Sanremo, assemblea annuale di “Ponente Ligure di Italia Nostra”

8 maggio 2024 | 13:46
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Sanremo, assemblea annuale di “Ponente Ligure di Italia Nostra”

«Per molte delle problematiche esaminate è emerso un comune denominatore: la carenza di analisi tecnico-scientifiche e di confronto pubblico a supporto delle scelte delle amministrazioni»

Sanremo. Quest’anno la sezione del Ponente Ligure di Italia Nostra ha condotto l’Assemblea dei Soci nella città di Sanremo per dare riconoscimento alla generosa attenzione che sta ricevendo dalla popolazione di Sanremo e della Valle Argentina. Dopo la porzione dedicata agli obblighi statutari, la Presidente Daniela Cassini ha aperto l’Assemblea al pubblico, salutando l’Arch. Carmen Lanteri, Presidente Provinciale del FAI, e dando il via ad un programma di interventi che hanno illustrato problematiche ambientali e ruolo delle associazioni lungo tutto il Ponente Ligure, da Savona a Ventimiglia. Roberto Cuneo ha parlato del rigassificatore di Vado, Mauro Giampaoli della gestione dell’acqua, Raffaello Anfossi della diga della valle Argentina, Bianca Pigati dei Giardini Regina Elena di Sanremo, Luca De Vincenzi e Laura Rebaudo degli alberi monumentali di Bordighera e di Pigna, Andrea Floris delle Zone Speciali di Conservazione nella zona Intemelia, Daniela Lantrua dell’entroterra, e Carlo Bagnasco di Villa Mariani quale patrimonio storico.

«Per molte delle problematiche esaminate è emerso un comune denominatore: la carenza di analisi tecnico-scientifiche e di confronto pubblico a supporto delle scelte delle amministrazioni. Anche quando l’impatto ambientale è ingente e a largo raggio. Un esempio è il rigassificatore di Vado. L’Ing. Cuneo, Consigliere Nazionale di Italia Nostra, si è chiesto perchè posizionare il Golar Tundra a Vado Ligure, dove la repentina profondità dei fondali obbliga l’ormeggio a non più di 4 Km dalla riva. I rigassificatori galleggianti e le navi che li riforniscono di gas naturale liquefatto sono potenzialmente ad alta incidenza inquinante: perchè non cercare di evitare il conflitto con le attività portuali? Perchè non fare un’analisi sistematica di quali fondali lontano dai porti meglio si presterebbero ad ospitale la Golar Tundra? Due terzi delle coste Italiane hanno fondali profondi meno di 100 metri a dieci-venti Km dalla costa e lontano dai porti: tali fondali mancano proprio in Liguria! L’unico fattore a favore della scelta di localizzazione a Vado sembra essere la vicinanza con il mercato di consumo, ma tale caratteristica non è critica in vista del basso costo di trasporto del gas in gasdotto.

Un altro esempio è la diga sul torrente Argentina. Il Dott. geologo Anfossi si è chiesto perchè nel 2023 è stato riproposto un progetto di 60 anni prima, già accantonato 3 volte. Una risposta è “approssimazione progettuale”: erano diventati disponibili fondi Europei da indirizzare alla crisi idrica, per ottenerli era necessario proporre progetti, e probabilmente per questo territorio non ne erano pronti altri. Un territorio le cui caratteristiche geologiche non sono adatte alla costruzione di una diga, ma che conosce e teme la siccità; e avrebbe bisogno di interventi per correggere gli sprechi esistenti (rinnovare la vetusta rete idrica, non usare acqua potabile per le culture agricole, recuperare le acque piovane), e aumentare la disponibilità di acqua senza stravolgere l’ambiente (falde, rocce serbatoio, pozzi in corrispondenza di frane). Ma le soluzioni efficienti, integrate, sostenibili richiedono studi e progetti dedicati. Che chiaramente non ci sono.

Mancano progetti e invece abbondano i labirinti normativi. Il Dott. Floris di Natura Intemelia ha ricordato come spesso su una stessa area naturalistica hanno giurisdizione molti enti diversi, con il risultato di inerzia istituzionale e frustrazione per le Associazioni che non trovano l’interlocutore utile. In un mondo che desse valore all’efficacia, efficienza, e interesse pubblico richiesti per legge all’azione amministrativa, le Associazioni ambientaliste tra cui Italia Nostra sarebbero consultate quanto più preliminarmente possibile sulla pianificazione con impatto ambientale. Porterebbero voci della società civile, dedizione al rigore scientifico, impegno e competenze dei loro soci e simpatizzanti. Invece il confronto che nasce tardi, su cose fatte male o con approssimazione, diventa quasi inevitabilmente antagonistico» commentano da Ponente Ligure di Italia Nostra.