La protesta

Genova, cittadini in piazza De Ferrari: “Toti dimettiti” fotogallery

«Quanto è accaduto nella nostra Liguria è scandaloso e non accettiamo di restare a guardare»

Genova. L’associazione civica Genova che Osa protesta in piazza De Ferrari per chiedere del dimissioni del presidente della Liguria Giovanni Toti. «Siamo in piazza De Ferrari, davanti al palazzo della Regione per manifestare contro mafia e corruzione. Chiediamo le dimissioni di Toti, perchè quanto è accaduto nella nostra Liguria è scandaloso e non accettiamo di restare a guardare» commentano dall’associazione. L’associazione civica ha chiesto la partecipazione di comitati e associazioni di cittadini che negli ultimi anni hanno manifestato in più occasioni contro alcune scelte urbanistiche sia del comune di Genova sia della Regione. Circa trecento persone, tra cui molti studenti, segreterie di partito e comitati cittadini, hanno risposto all’appello dell’associazione.

In piazza anche Ferruccio Sansa che commenta: «Siamo qui per due cose. Primo per voltare pagina. Il presidente della Regione è ai domiciliai, l’ex presidente del porto in prigione, uno dei principali imprenditori portuali è ai domiciliari. Il sindaco Bucci non è indagato ma avrebbe voluto Signorini ai vertici di Iren e andava a braccetto con tutti i protagonisti di questa vicenda. Anche Bucci deve dare molte più spiegazioni, non può far finta di essere sbarcato da Marte 5 minuti fa. Questa inchiesta svela un sistema di potere che era sotto gli occhi di tutti ma che è stato coperto fino ad ora. La Liguria in tanti anni è stata protagonista di molti scandali, vedo che i liguri sono molto disorientanti, si sentono soli, si sentono spaesati credo che da qui debba partire una riscossa della Liguria. In Italia si vota ogni 6 mei per qualcosa Lasciamo fare ai giudici il proprio lavoro e ricordiamoci che questo Governo, da quando è in carica, ha adottato tutte le misure per ostacolare il lavoro dei giudici e dei giornalisti e per rendere molto più difficili indagini come questa. Dobbiamo invece dare molta più fiducia alla Magistratura e sostenerla» conclude Sansa.

Anche Brando Beninfei in piazza De Ferrari: «Una protesta organizzata dai cittadini con cui mi sento d’accordo e che chiedono un passo indietro a chi oggi guida ancora la giunta nonostante sia sospeso, perché non possiamo tenere la Liguria ostaggio di una situazione insostenibile per gli interessi della nostra Regione e per i progetti da portare avanti. Non si può avere una giunta con il presidente agli arresti domiciliari e il vice che deve barcamenarsi con una maggioranza che deve giustificarsi per quello che sta succedendo. Questa vicenda è l’ultima di una serie che mette fine, a nostro avviso all’era Toti e speriamo possa far voltare pagina alla Regione Liguria».

«Le notizie di questi giorni sono assolutamente inaccettabili: l’arresto del presidente Toti e delle altre persone coinvolte è sintomo di una politica sempre più corrotta ed escludente. Una politica in mano a Toti, in mano ai soliti vecchi, ricchi e potenti che giocano con il destino della nostra città per fare solamente i loro interessi», ha detto un portavoce di Genova che Osa.

«E’ da tempo che portiamo avanti una campagna raccogliendo migliaia e migliaia di firme, per portare ’attenzione dell’amministrazione sui cattivi lavori. L’anno scorso raccogliemmo più di mille euro per proiettare sul maxi schermo di Primo Canale, coinvolta nelle indagini e ad oggi monopolizzata dalle pubblicità di Esselunga, anch’essa coinvolta, un semplice messaggio: ‘il lavoro si deve pagare’. Ad accordi conclusi, dopo aver esaminato il messaggio, la controparte ci ha negato la possibilità di poterlo trasmettere. La ragione? Il nostro sarebbe stato un ‘messaggio divisivo’. Oggi scopriamo la verità: quello schermo è ostaggio di pochi potenti. tiamo portando avanti una campagna contro lo sfruttamento dei tirocini. Pensate che persino in Regione, il tirocinio è pagato soltanto 500 euro: ovvero la metà della soglia di povertà in questa regione. La stessa regione che ha fatto intendere che i soldi che non vengono investiti nei giovani, quei soldi con cui non veniamo pagati, vengono usati per pagare le fiches a Montecarlo, per pagarsi le fiches a Montecarlo, oppure per i matrimoni delle figlie, è successo anche questo» concludono da Genova che osa.

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