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Consiglio comunale a Imperia, Pd: «Maggioranza messo in scena teatrino offensivo della democrazia»

4 maggio 2024 | 12:18
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Consiglio comunale a Imperia, Pd: «Maggioranza messo in scena teatrino offensivo della democrazia»

«Nessun argomento di merito che potesse giustificare, né il voto contrario, né l’astensione; solo momenti di autocelebrazione e mediocri motivi di schieramento»

Imperia. Le dichiarazioni di Deborah Bellotti, Daniela Bozzano, Ivan Bracco, Loredana Modaffari e Edoardo Verda del gruppo consigliare del Pd di Imperia:

«Un’Amministrazione senza storia e senza vergogna, un’altra pagina nera nel libro del Consiglio Comunale di Imperia quella scritta il 30 aprile, in occasione della cui adunanza il massimo Consesso civico aveva l’opportunità di confrontarsi su temi politici amministrativi di estrema importanza, fortemente sentiti dalla cittadinanza, numerosa in Aula. E, invece, i rappresentanti della maggioranza hanno messo in scena un vergognoso teatrino offensivo della democrazia.

Altro che cultura del rispetto! Tra le mozioni sostenute dal Partito Democratico, oltremodo convinto che la battaglia per la parità di genere passi anche per una riforma del linguaggio, era all’ordine del giorno quella relativa alla nota vicenda del Preside del Liceo Scientifico di Imperia, grazie alle cui esternazioni pubbliche, riferite all’infortunio di una guardalinee spagnola “Se fosse stata in cucina a preparare le tagliatelle non si sarebbe fatta male”, la Città di Imperia è salita ennesimamente con connotazione negativa alla ribalta della cronaca.

La mozione mirava, da un lato ad impegnare l’Amministrazione comunale alla condanna di chi, rivestendo il ruolo peculiare di educatore, avesse profferito una frase degna di comparire nella raccolta nazionale delle frasi sessiste che alimentano gli stereotipi di genere, protestando, addirittura, successivamente la sua libertà di pensiero a difesa dell’infelice esternazione, e dall’altro ad esprimere vicinanza agli studenti del nostro prestigioso Istituto, dichiaratisi inascoltati dal Dirigente scolastico stesso, richiedendo altresì l’attivazione della Commissione Consiliare pari opportunità, mai convocata (neppure in occasione dell’occorso).

La discussione ha lasciato rabbia ed incredulità, svelando al di là di ogni dubbio cosa significhino veramente “solidarietà femminile” e “pari opportunità” per alcuni personaggi che si riempiono la bocca di questi nobili concetti; appaiono pubblicamente ai Cortei rilasciando dichiarazioni pubbliche di vicinanza a caldo, evidentemente per una mera scelta di facciata che possa assicurare loro la copertura di inutili poltrone.

Dagli interventi maschili della maggioranza, che hanno definito la frase sessista una berlusconiana gaffe, un peccato veniale, alla esplicita difesa della Presidente della fantasma Commissione Pari opportunità del Comune di Imperia e, infine, ai pugni battuti sul tavolo della Consigliera Amoretti che, vantandosi di ricoprire anche il ruolo istituzionale di consigliera delle pari opportunità della Regione Liguria, si è avventurata in una lezione sulla competenza alla condanna, – a suo dire – termine dalla valenza esclusivamente giudiziaria, per votare dunque incredibilmente contrariamente alla mozione.

Nessun argomento di merito che potesse giustificare, né il voto contrario, né l’astensione; solo momenti di autocelebrazione e mediocri motivi di schieramento, che sono prevalsi sul dovere di dare due segnali importanti: il primo di responsabile presa di distanza dall’uso di un linguaggio insensibile e discriminatorio che non può che indurre o rafforzare atteggiamenti sessisti ancor più pericolosi perché disinvoltamente adottato da un Dirigente scolastico, da quello che dovrebbe essere un educatore, e il secondo di esprimere vicinanza ai nostri giovani, come indicato anche dal Capo dello Stato che, in occasione del discorso di fine anno, ha dichiarato che “affermare i diritti significa principalmente prestare attenzione alle esigenze degli studenti”.

Il Consiglio Comunale di Imperia, invece, al di là dei facili proclami, con il voto espresso, ha avallato il volgare e sessista “libero pensiero” del Dirigente Scolastico, e lasciato soli gli Studenti, rivelando quanto tenga in considerazione la Costituzione Italiana che agli articoli 2 e 3 afferma la piena attuazione del riconoscimento e delle garanzie della libertà e l’uguaglianza nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno!».