Bollette Rivieracqua in Consiglio a Taggia, è scontro tra Sindaco e consigliere di minoranza

30 maggio 2024 | 15:10
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Bollette Rivieracqua in Consiglio a Taggia, è scontro tra Sindaco e consigliere di minoranza
Bollette Rivieracqua in Consiglio a Taggia, è scontro tra Sindaco e consigliere di minoranza
Bollette Rivieracqua in Consiglio a Taggia, è scontro tra Sindaco e consigliere di minoranza

Dal pubblico c’è chi grida “Pagliacci”

Taggia. In scena nel municipio tabiese il consiglio comunale monotematico, chiesto dal gruppo Progettiamo il Futuro, monotematico sulla bollettazione di Rivieracqua, soggette a forti rincari. Notevole la presenza del pubblico. Gabriele Cascino: «Dobbiamo dare una risposta a imprese e privati, famiglie che sono ora in grave difficoltà dopo aver ricevuto le bollette».

Mario Conio: «La tariffa è un requisito di legge che deriva da un quadro normativo nazionale. E’ dal 1997 che i Comuni non gestiscono più il servizio idrico. La tariffa unica interessa tutti i Comuni della provincia di Imperia e tre di quella di Savona. L’importante è comprendere la natura di certe bollette che hanno sorpreso tutti, drammaticamente».

Gabriele Cascino di “Progettiamo il futuro”: «Non c’è nessuna legge che ha deciso l’aumento tariffario. Se c’è ditemi qual’è. L’aumento delle tariffe, eque o no, è stato fatto dall’ATO (ambito territoriale ottimale ndr) al quale partecipano rappresentanti di tutti i Comuni coinvolti. E’ un atto amministrativo e discrezionale. Il Comune di Taggia, oltre a far parte dell’ATO, è anche socio di Rivieracqua. Io credo che lei sapesse (Conio ndr) che ci sarebbero stati degli aumenti tariffari. Non c’è nessuna legge, è stat una scelta politica. Che poi l’aumento delle tariffe serva a salvare Rivieracqua dal fallimento è un’altra questione. Ma alla fine pagano sempre i cittadini, ai quali bisogna dare delle risposte. Il Comune di Taggia è socio ed ha un credito con Rivieracqua. L’aumento serve anche a dare un flusso di cassa per delle risorse che entrano. Un ulteriore passo è quello di fare entrare un socio privato in Rivieracqua. Non si sa bene ancora come ma questa è la prospettiva, probabilmente facendo un aumento di capitale e acquisendo delle quote» ha dichiarato Gabriele Cascino, poi rivolgendosi a Conio: «Lei non studia, non si aspettava neppure lei queste tariffe, è per questo che ci sono così tanti cittadini qui in Consiglio. La reale responsabilità è sua che ha approvato l’aumento senza pensare a quanto poteva ammontare e quanto avrebbe gravato sulle utenze».

Conio a Cascino battibeccano e alzano la voce dopo che il Sindaco ha chiesto al consigliere se la tariffa unica sia un obbligo diverso o no. I toni si scaldano e il presidente del consiglio Festa sospende la seduta. Ma Conio e Cascino continuano a litigare. Dal pubblico c’è chi grida “pagliacci, opposizione e giunta, pagliacci”.

Presente il sub commissario dell’Ato, Cecilia Stefanini: «Ci tengo a spiegare che l’aumento tariffario è dovuto alla delibera Arera 580. Esiste un’altra delibera Arera del 2017, la 665 e trova attuazione in una direttiva europea che obbliga alla tariffa unica, al minimo impegnato, tutto deve essere conteggiato e lo spreco deve essere pagato. Perchè la tariffa unica è stata così elevata in alcuni casi e bassa in altri? La partenza per il calcolo decorre dalla sussistenza di tante realtà diverse: 32 comuni, 304 tipologie di acquedotto, 32 tipologie di fognature e 32 tipologie di depurazione diverse. Queste 366 tariffe sono state elaborate con le tipologie previste da Arera. Non c’entrano nulla con il recupero di Rivieracqua».

«Taggia è stata l’utile idiotaperché nel 2016 ha trasferito il servizio idrico integrato. Quindi Taggia da quell’anno ha trasferito tutto, comprese le bollette, all’unica realtà provinciale. E’ vero che vantiamo un credito di 3 milioni, ma ci siamo trovato nell’obbligo di garantire i servizi minimi. Una scelta che si è fatta perché era indispensabile sostituirsi a chi non poteva farlo» ha commentata il sindaco Conio.

Giuseppe Federico paragona Rivieracqua al cubo di Rubik, in cui tutti i soci della partecipata hanno voluto mettere le mani e che alla fine non si può più risolvere. A rimetterci sarebbero stati gli “spettatori paganti”, che non hanno voce in capitolo, ovvero gli utenti. «Adesso – spiega il consigliere di minoranza – vogliamo fare entrare un altro giocatore, ma rimarranno anche tutti gli altri che hanno portato Rivieracqua in questa situazione».

La seduta viene brevemente sospesa e inizia un confronto tra pubblico e Consiglio. Il sindaco Conio ammette che «Rivieracqua è stata pensata male». Ripresa la seduta il consigliere Federico propone di utilizzare il credito di 2,6 mln di euro con Rivieracqua, da parte del Comune, per bilanciare le bollette retroattive. Cascino propone una mozione per far si che questa soluzione possa essere attuata. Conio dice ai consiglieri di Progettiamo il Futuro di approfondire la proposta per verificarne la fattibilità. L’assessore Maurizio Negroni ritiene che ci sarebbero molte difficoltà per utilizzare il credito con Rivieracqua. Nulla vieta però, secondo l’amministratore, di valutare se è tecnicamente possibili. Su questa proposta, quella dell’utilizzazione del credito, maggioranza ed opposizione sembrano essere sulla stessa linea di pensiero, almeno sulla sua valutazione preliminare. Il problema, sottolineato dal Sindaco è che il credito con Rivieracqua è iscritto a Bilancio come “credito di dubbia esigibilità”, «Come i soldi del Monopoli» dice Conio.

Jacopo Siffredi, di Taggia Bene Comune: «Poniamo che sia vero che non stiamo risanando una società per consegnarla ad un privato. Resta il fatto che Rivieracqua diventerà a partecipazione mista, con delle problematiche che ricadranno sul cittadino. Il voto referendario sull’acqua pubblica, vinto con il 90%, sembra essere ignorato. Siamo veramente sicuri che Rivieracqua non  poteva avere un futuro diverso? Credo che la privatizzazione non sia mai un scelta necessaria.  Cosa vogliamo Fare, questo Consiglio deve dare delle riposte ai cittadini, perché qui non si sta parlando di bollette care ma di bollette impagabili»