Bollette retroattive, il Pd prepara petizione ed esposto all’Autorità
L’attacco del segretario Dem Quesada e del candidato sindaco Fulvio Fellegara: «Scelte prese per aizzare un sentimento di ostilità nei confronti di Rivieracqua»
Sanremo. Si mobilita anche il Partito Democratico per contrastare l’applicazione retroattiva delle bollette del servizio idrico integrato. Una situazione che sta colpendo migliaia di cittadini e centinaia di imprese in quasi tutta la provincia, soprattutto nei Comuni di Imperia, Taggia e Ventimiglia, dove le utenze domestiche hanno pagato fino al 2024 una tariffa nettamente più bassa rispetto a quella unica d’ambito entrata in vigore da pochi mesi.
Dopo i ricorsi al Tar già presentati, i Dem hanno deciso di predisporre un esposto all’Autorità per l’Energia che regola il settore idrico e una “azione cumulativa” (sorta di Class action) aperta a tutti i cittadini. Ad annunciarlo è stato il segretario provinciale del Pd Cristian Quesada: «Siamo pronti a tutta una serie di azioni perché non è stata concessa dal commissario Claudio Scajola la sospensione dell’applicazione retroattiva della tariffa unica», – ha spiegato Quesada -.
«Come prima azione – aggiungono gli avvocati Anna Russo e Lucia Artusi, candidate con il Pd alle comunali di Sanremo -, abbiamo preparato un esposto all’autorità Arera per chiedere l’annullamento della delibera di aggiornamento del piano tariffario assunta dal commissario Scajola. A nostro avviso irregolare sotto il profilo amministrativo. Una situazione analoga si era verificata quando era presidente di Amaie Spa Gianni Rolando (oggi candidato sindaco del centrodestra, ndr) che aveva aggiornato le tariffe idriche nel 2014 in maniera illegittima. In quel caso l’Autorità per l’Energia aveva condannato Amaie al rimborso ai cittadini degli importi per un valore di circa 4 milioni di euro. Inoltre, – concludono Russo e Artusi – l’applicazione retroattiva delle tariffe non può valere per il passato ma solo per il futuro. Lo dicono le preleggi al codice civile».
«Siamo pronti a lanciare anche una petizione online sul sito Change.org – ha proseguito il segretario provinciale dei Dem -. I cittadini possono sottoscriverla anche inviando i propri dati al numero 0183-961321». Alla conferenza stampa di oggi, organizzata nella sede sanremese del Pd, ha presenziato il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Fulvio Fellegara. «Facciamo un appello a tutti i sindaci e ai candidati del territorio di sostenere la nostra iniziativa, – ha esordito Fellegara -. Chiediamo ai cittadini di fare molta attenzione e di non firmare la richiesta di rateizzazione proposta oggi da Rivieracqua che prevede l’accettazione del debito. Chi firma non potrà opporsi».
«Non posso credere che il commissario Scajola non fosse consapevole della macelleria sociale che si sarebbe creata con l’applicazione retroattiva della tariffa unica. Ora, se sai che stai per combinare un gran casino, penso che l’attenzione alle procedure sarebbe dovuta essere molto più scrupolosa. Sembrano scelte prese per aizzare un sentimento di ostilità nei confronti di Rivieracqua, così da facilitare la decisione di privatizzare la società. Altrimenti non si spiega per quale motivo non sia stato previsto un pagamento dilazionato degli arretrati, evitando i salassi che sono sotto gli occhi di tutti».
Come si salva? «Rivieracqua ha una previsione di crescita del fatturato che le permetterebbe di ricorrere al credito per sanarsi da sola, – ha risposto Fellegara -. Ci sono enti come la Cassa depositi e prestiti che hanno questo scopo preciso: finanziare le realtà pubbliche che si occupano di investimenti nei servizi. Il privato non è necessario ma purtroppo rischiamo di arrivare tardi. Negli scorsi 8 anni c’è stato un solo soggetto che si è sempre battuto per la difesa di Rivieracqua e per il mantenimento della gestione pubblica del servizio idrico. Quella persona era l’ex segretario provinciale della Cgil. Il sottoscritto. Sono stato l’unico in Provincia, a differenza di chi si è svegliato con le elezioni».
Le colpe della politica. «Nell’assunzione di responsabilità bisognerebbe fare un po’ di cronistoria – ha precisato Cristian Quesada -. Il cda presieduto da Massimo Donzella (in allora quota Pd, fuoriuscito e oggi candidato a Sanremo con Alessandro Mager, ndr) è durato un anno solo. Gli errori sono stati fatti alla nascita di Rivieracqua, quando invece di mettere subito insieme i Comuni più grandi si è partiti dai più piccoli, ed è mancato un flusso di cassa sufficiente per mantenere in piedi l’azienda».
«L’obiettivo di arrivare alla cessione di quote societarie ai privati è stato perpetrato da una parte politica molto precisa e non è quella del centrosinistra, ma quella che fa capo a Claudio Scajola che aveva nominato l’ex direttore generale Gabriele Saldo, travolto dalle inchieste». La chiosa al segretario Dem: «Nel prossimo consiglio provinciale chiederemo ai consiglieri di esprimersi a favore dei cittadini, contro il commissario all’Ato idrico che è anche il presidente della Provincia. E’ un po’ paradossale ma non l’abbiamo scelto noi».