Servizio idrico

Sanremo, via libera alla trasformazione di Rivieracqua. Porte aperte al privato

Approvata la bozza di nuovo statuto. Ultimo atto della giunta Biancheri bis prima del voto

Sanremo. Per il sindaco Alberto Biancheri un atto dovuto volto a scongiurare conseguenze peggiori, come la privatizzazione totale del gestore unico provinciale del servizio idrico integrato. Per le opposizioni, guidate dal consigliere di Forza Sanremo, Andrea Artioli, una scelta politica che poteva e doveva essere lasciata alla responsabilità della prossima Amministrazione. Sta di fatto che l’ultimo atto della giunta Biancheri bis prima delle elezioni comunali, alle quali il primo cittadino in carica non potrà più prendere parte per limite di mandati, è stato l’approvazione della bozza di nuovo statuto di Rivieracqua. Un documento che spalanca le porte alla trasformazione della società costituita dai Comuni nel 2012 in un ente misto, pubblico-privato.

«Decisione sofferta, della quale avrei fatto volentieri a meno», – l’ha definita Biancheri -. Il Comune di Sanremo è il primo tra i grandi municipi del Ponente, unitamente a Imperia che lo ha fatto anch’essa stasera, ad approvare la bozza di nuovo statuto come richiesto dalla struttura commissariale dell’ambito idrico imperiese presieduta da Claudio Scajola. Stando a quanto comunicato in consiglio comunale dal segretario generale di Palazzo Bellevue, Monica Di Marco, a maggio la bozza di statuto verrà approvata anche da Taggia e Ventimiglia. Il via libera è già stato dato da Diano Marina, Seborga, Chiusanico, Terzorio, Molini di Triora e Rocchetta Nervina, mentre sono cinque i piccoli enti locali che hanno manifestato la loro contrarietà assoluta: Dolcedo, Andora, Cipressa, Pontedassio e Borghetto d’Arroscia. La richiesta formulata dal commissario Scajola ai Comuni è di arrivare a una larga approvazione della pratica il prima possibile per permettere alla Provincia di dare seguito all’indizione di una gara d’appalto europea da aggiudicare entro e non oltre il 31 ottobre prossimo, in maniera tale da rispettare le scadenze imposte dal tribunale che supervisiona il piano di ristrutturazione di Rivieracqua.

A causare la situazione debitoria del gestore provinciale, arrivato ad accumulare oltre 80 milioni di euro di debiti verso fornitori, è stata l’introduzione con grave ritardo della tariffa unica, la quale sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2018. Un passaggio nodale, mancato anche per i tanti bastoni che hanno messo fra le ruote del consorzio pubblico sia alcuni Comuni che le società cessate, come Amat, partecipata dal municipio di Imperia e dal socio privato Iren Spa. Un percorso a ostacoli, quello di Rivieracqua, nata sull’onda del referendum del 2011, fatto di ricorsi, contro ricorsi e richieste di fallimento, culminate nel commissariamento dell’Ambito idrico imperiese da parte di Regione Liguria.

«Ci prendiamo la responsabilità di tutelare 500 aziende creditrici», – ha replicato alle accuse delle minoranze il capogruppo di Sanremo al Centro Marco Viale. «Non riesco a capacitarmi di come il pubblico non sia stato in grado di gestire un servizio in monopolio tanto da dover sperare nell’ingresso di un socio privato come fosse un intervento salvavita», – ha aggiunto Roberto Rizzo del Movimento 5 Stelle. Esce dall’aula al momento del voto Mario Robaldo (dipendente di Rivieracqua): «Per solidarietà ai colleghi di Amaie», – ha specificato il consigliere di maggioranza -.

Più informazioni
leggi anche
Extrema ratio
Ricorso dei creditori contro la privatizzazione di Rivieracqua, Scajola rischia il commissariamento
Extrema ratio
Privato in Rivieracqua, termine ultimo 31 ottobre: «L’alternativa è il fallimento»
A tu per tu
Confronto improvvisato tra Fellegara e Mager dopo il forfait di Rolando