Sanremo Pride, in mille sfilano per i diritti delle persone Lgbtqia+

6 aprile 2024 | 17:51
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Un corteo colorato, con musica e striscioni contro l’omofobia

Sanremo. Un corteo colorato, con bandiere e canzoni di festa, ma anche un messaggio che è un pugno nello stomaco: «Diritti Lgbtquia+ l’Italia è nel medioevo» e «L’unica cosa sbagliata nell’essere gay è come alcune persone ti trattano quando lo scoprono».

In mille, oggi, hanno sfilato per le strade del centro di Sanremo, partecipando al “Sanremo Pride 2024“: il primo in Italia ma anche in Europa. «Per ragioni storiche che non tutti sanno – ha affermato il presidente di Mia Arcigay Imperia, Marco Antei – Proprio qui, cinquantadue anni fa, il 5 aprile del 1972, ci fu la prima manifestazione pubblica del movimento lgbt+ europeo. Una quindicina di persone che scesero in piazza per protestare contro un convegno sulla sessualità, in cui l’omosessualità era rappresenta come una devianza».

Dopo oltre cinquant’anni, il Pride, dicono gli organizzatori, è ancora necessario perché i diritti violati sono tanti. E così alle 15 il popolo lgbt, insieme a numerosi sostenitori dei diritti dell’uomo, si è radunato in passeggiata Trento Trieste (al Sud-Est). Alle 16,30 la partenza del corteo musicale che ha attraversato la ciclabile, per poi raggiungere via XX Settembre e piazza Colombo. Qui, una volta arrivati davanti allo stand politico della Lega, i manifestanti hanno girato lo striscione Sanremo Pride, sorridendo agli esponenti del Carroccio, per poi riprendere il cammino verso via Roma, tornare sulla ciclabile e poi raggiungere Pian di Nave.

«Il messaggio che vogliamo lanciare qui oggi è che abbiamo ancora tanto da chiedere all’Italia – spiega Antei – Ciò che altri paesi di Europa già hanno. Ad esempio il matrimonio ugualitario e quella che una volta chiamavano stepchild adoption ovvero l’adozione tout court». Per Antei: «Dal 1972 al 2024 è cambiato tanto. Innanzitutto, la nostra visibilità: c’è molta più accettazione della popolazione non lgbt; ci sono molti più alleati di quanti ne avessimo trent’anni anni fa. Si stima, che in un Pride ci sia, in media, il 50 per cento circa di persone non lgbt e questa è già la nostra conquista». Molti dei partecipanti, infatti, non appartengono al popolo lgbt, ma sono coinvolti, magari avendo un figlio, un cugino, un nipote o la migliore amica, che fanno parte di questo magnifico mondo».

Tra gli ospiti di questa edizione del Pride c’era anche Laura Pereira, insignita nel 2023 del titolo di Miss Beauty Trans Italy. Brasiliana, trapiantata a Milano, ha anche raggiunto il quinto posto in Europa del concorso di bellezza e oggi ha partecipato al Pride da testimonial, per far sentire la voce delle persone transgender: «E’ per me sempre un orgoglio essere al Pride – ha detto – perché dobbiamo essere presenti, siamo vivi. Essere miss non significa solo mettere una corona in testa, ma siamo anche dei portavoce e dobbiamo aiutare le nuove generazioni a vivere nel mondo e dobbiamo ringraziare anche tutte le ragazze transgender che hanno lavorato in tal senso, se oggi siamo qui».

Presente una nutrita delegazione del Partito democratico, con il segretario provinciale Cristian Quesada, l’europarlamentare Brando Beninfei e il candidato sindaco Fulvio Fellegara, che da anni partecipa a manifestazioni per i diritti delle persone omosessuali.

A fianco degli organizzatori, anche l’amministrazione comunale, con gli assessori Silvana Ormea, Sara Tonegutti e Giuseppe Faraldi.