Ristoratore assolto per aver violato i Dpcm, il Movimento Imprese Italiane canta vittoria

4 aprile 2024 | 17:41
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Ristoratore assolto per aver violato i Dpcm, il Movimento Imprese Italiane canta vittoria

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del pm contro l’assoluzione del ristoratore Momi El Hawi, fondatore di “IoApro”. Pinto e Graglia: «Avevamo ragione noi»

Sanremo. Canta vittoria il Movimento Imprese Italiane, fondato dagli imprenditori Maurizio Pinto e Alessio Graglia, per la sentenza della Corte di Cassazione (sezione penale) che giovedì scorso ha rigettato il ricorso del procuratore della Repubblica di Firenze relativo all’assoluzione, disposta a maggio, del ristoratore Momi El Hawi, già promotore di “IoApro”, l’associazione che durante l’emergenza Covid ha lanciato una campagna per l’apertura dei locali sottoposti al lockdown.

Per il tribunale di primo grado, il titolare del ristorante Da Tito non aveva commesso alcun reato violando i sigilli apposti alla sua attività dalla Questura di Firenze. “Una questione di sopravvivenza”, l’aveva definita il giudice a maggio 2023, tenuto conto che El Hawi – difeso dall’avvocato Lorenzo Nannelli -, aveva dimostrato di trovarsi sull’orlo del fallimento a causa del prolungato periodo di chiusura forzata disposta dal presidente del Consiglio dei Ministri con la finalità di fronteggiare la pandemia. La sentenza di assoluzione per “particolare tenuità del fatto” era stata impugnata in Cassazione dal procuratore della Repubblica di Firenze. Ricorso giudicato inammissibile il 28 marzo per motivazioni formali.

«Con grande soddisfazione festeggiamo il provvedimento della Cassazione di pochi giorni fa», – commentano Pinto e Graglia, entrami “ribelli” più volte sanzionati dalle autorità locali per le proprie iniziative anti lockdown -. «Fin dal maggio del 2020 il nostro movimento si è battuto in tutte le piazze italiane per tutelare il lavoro, i diritti e la libertà dei cittadini contro lockdown, coprifuoco, chiusure delle attività, green pass e quant’altro è stato messo in piedi e che ricorderemo come le più grande oppressione e vessazione dal dopo guerra a oggi».

«Ci ricordiamo bene gli articoli e le cronache dell’epoca, le varie prese di posizione di questore, prefetto, sindaco e associazioni di categoria, – concludono i fondatori del Movimento Imprese Italiane -. In particolare quelle della Confcommercio di Sanremo e del suo presidente Andrea Di Baldassarre, al quale chiediamo, alla luce della vittoria giudiziaria di Momi, se non si senta di ammettere che le posizioni espresse pro chiusure erano irrispettose dei suoi associati e di tutti gli altri esercenti».