Ricorso dei creditori contro la privatizzazione di Rivieracqua, Scajola rischia il commissariamento

16 aprile 2024 | 12:29
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Ricorso dei creditori contro la privatizzazione di Rivieracqua, Scajola rischia il commissariamento

Il candidato sindaco Fellegara: «Con il socio privato impoverimento del territorio e bollette più care»

Sanremo. Potrebbe portare all’estrema conseguenza del commissariamento statale di Rivieracqua, il ricorso presentato nei giorni scorsi al tribunale di Genova da parte di alcuni creditori che non hanno accettato l’accordo proposto loro dal nuovo amministratore unico della società in house, GiuseppeTorno. Accordo per la ristrutturazione del debito che è stato approvato, entro il termine del 31 marzo, da circa l’80 percento dei creditori con previsioni di rimborso fino al 100 per cento del dovuto.

A scoprire le carte per primo, in una nuova partita giocata per il salvataggio del servizio idrico integrato dall’avvento di una gestione mista pubblico-privata, è stato il Partito Democratico che oggi, in conferenza stampa al fianco del candidato sindaco per il centrosinistra Fulvio Fellegara, ha richiamato i sindaci dell’imperiese alla cautela di fronte alla possibilità che il prossimo 11 giugno i giudici della sezione fallimentare di Genova possano decretare la fine della gestione del commissario dell’ambito idrico imperiese (nominato da Regione Liguria), Claudio Scajola, in favore di un nuovo commissario straordinario indicato dallo Stato. A prevedere questa possibilità è un decreto legislativo del 1999 sul fallimento d’impresa a cui si sono attaccati i creditori ricorrenti.

«Per anni abbiamo condotto una battaglia contro il socio privato mentre il commissario Scajola e la gran parte dei sindaci hanno sempre detto che non c’erano prospettive. Oggi si presenta l’opportunità di un’alternativa rispettosa del referendum sull’acqua pubblica del 2011. Chiediamo ai sindaci, con particolare riferimento a quello di Sanremo, di non approvare le modifiche statutarie proposte dal commissario Scajola prima dell’11 giugno, quando sapremo se il presidente della Provincia verrà sostituito da un nuovo commissario di nomina ministeriale», – ha spiegato Cristian Quesada, segretario provinciale del Pd -.

A fargli eco è Anna Russo, vice segretario provinciale dei Dem con delega alle questioni legali: «Questo nuovo ricorso potrebbe aprire un percorso di risanamento di Rivieracqua mai valutato prima, – spiega l’avvocato -. Sappiamo che il concordato presentato da Rivieracqua era stato revocato dal tribunale di Imperia che aveva ritenuto la società capace di proseguire con le proprie gambe. Ora, alcuni creditori si sono opposti alle privatizzazione dell’azienda e hanno chiesto l’attivazione di una nuova procedura concorsuale. La legge prevede per essa tempi molto contingentati. Se il tribunale accetterà la richiesta di nomina di un commissario straordinario scelto dal ministero, questo dovrà elaborare un piano di ristrutturazione e portarlo a compimento entro 2 anni. Non ci illudiamo che in 2 anni si possano ripianare tutti i debiti ma crediamo che la società possa dimostrare di potersi risanare senza l’apporto di capitali privati».

La chiosa del candidato sindaco. «Auspico che questa terza via venga percorsa avendo come finalità il mantenimento della società pubblica, – ha commentato Fulvio Fellegara -. Sul medio-lungo termine, l’ho sempre detto, il socio privato causerà un impoverimento del territorio. Se guardo al futuro, vedo meno posti di lavoro. Rivieracqua fa lavorare le aziende locali dalle quali si rifornisce di materiali e manodopera. Con il privato perderemo questo indotto a beneficio di grandi imprese di fuori. Si perderà anche il valore aggiunto degli utili che un privato si porterebbe via. Ipotizzando che fosse Iren a subentrare, il suo investimento deriverebbe da utili che la multiutility ha macinato lontano dal Ponente ligure. La mia non è una presa di posizione ideologica, parlo di aspetti molto pratici. Inoltre, il privato non farà sì che le bollette decrescano, anzi, al contrario, spingerà per i rincari, così da aumentare i profitti e rientrare più velocemente dell’investimento fatto. Chiedo grande prudenza ai Comuni che sono stati chiamati ad approvare in tempi rapidi le modifiche statutarie che apriranno le porte alla gara europea. Biancheri lasci la decisione alla prossima Amministrazione».

I cretini. A usare il termine cretino nei confronti di coloro che perseguono la via del no al socio privato (tra questi c’è anche il centrodestra che appoggia Gianni Rolando), è stato il presidente della Provincia e commissario di Rivieracqua Claudio Scajola nel corso dell’ultimo incontro avuto con l’assemblea dei sindaci. L’aggettivo attribuito non è piaciuto ai Dem che replicano per bocca del segretario provinciale del Pd Quesada: «I “cretini” hanno tirato fuori un’ipotesi di salvataggio esclusa scientemente da Scajola. Il presidente si era dimenticato di esplorare questa possibilità che sembra molto concreta e che l’11 giugno potrebbe far venir meno molte delle sue certezze».