Privato in Rivieracqua, termine ultimo 31 ottobre: «L’alternativa è il fallimento»
Il commissario Claudio Scajola ha presentato il nuovo statuto della società in house: maggioranza pubblica e consiglio di amministrazione guidato dai sindaci di Imperia e Sanremo
Sanremo. «Un pateracchio» portato avanti da una «gestione vergognosa», in «clamoroso ritardo» sull’introduzione della tariffa unica e con una situazione debitoria e delle condotte idriche a dir poco «complicata». Un pateracchio che si può salvare dal fallimento solo attraverso l’ingresso di un socio privato.
Il pateracchio in questione è Rivieracqua e a definirla così è stato il commissario dell’ambito idrico imperiese, nonché presidente della Provincia, Claudio Scajola, nel corso della sua relazione ai sindaci che si è tenuta stamattina a Palazzo Bellevue in occasione della presentazione del nuovo statuto societario. L’incontro ha sancito la conferma del modello in house della gestione del servizio idrico integrato, con l’introduzione di una modifica sostanziale che prevede la trasformazione della società in mista pubblico-privata e la partecipazione al capitale sociale di un socio privato di minoranza nella misura del 48%. Una privatizzazione parziale che dovrà essere portata a termine tassativamente entro il 31 ottobre di quest’anno, stando alle indicazioni date dal tribunale fallimentare.
A confermarlo è stato lo stesso Scajola che non ha risparmiato attacchi diretti ai sindaci e ai presidenti della Provincia che prima di lui hanno seguito dalla nascita il percorso di Rivieracqua, società costituita ufficialmente nel 2012 sull’onda del referendum per l’acqua pubblica. «Il nuovo statuto prevede l’ingresso di una socio privato nella misura del 48% del capitale sociale, per un apporto totale di 40 milioni di euro, ai quali si sommano 10 milioni in azioni delle municipalità di Imperia e Sanremo (che rinunciano a un gettito di quasi 5 milioni a testa). La maggioranza rimarrà pubblica e il nuovo consiglio di amministrazione sarà composto da 3 componenti nominati degli enti locali e 2 dal socio privato. I consiglieri pubblici saranno individuati nel sindaco di Imperia e di Sanremo, e da un terzo membro condiviso tra altri enti soci. Le deleghe operative verrano attribuite ai manager indicati dal privato», – ha spiegato il commissario Scajola agli amministratori -.
«Grazie al lavoro del nuovo amministratore unico di Rivieracqua, Giuseppe Torno, abbiamo rispettato la prima scadenza indicata dal tribunale che fissava al 31 marzo il termine ultimo per l’accordo con i creditori, raggiunto con l’80% di sì. I creditori verranno pagati tutti al 100%, salvo i fornitori di energia che hanno accettato il pagamento nella misura del 75% di quanto dovuto, – ha proseguito Scajola -. La prossima scadenza è fissata per il 31 di ottobre, giorno entro il quale dovremo aver aggiudicato la gara per l’ingresso del socio privato. Per riuscire a centrare l’obiettivo, abbiamo deciso di affidarci alla società che predispone le gare dello Stato. Spenderemo oltre 500 mila euro solo per mettere in piedi questa gara complicata, a doppio oggetto (affidamento della gestione operativa e cessione della quota sociale, ndr), che se non dovesse trovare interessati decreterebbe la fine di Rivieracqua. Per capirci, se la gara andasse deserta, il prossimo sindaco di Sanremo dovrebbe versare 20 milioni di euro per salvare il gestore unico dalla liquidazione e l’acqua dall’avvento di una privatizzazione integrale del servizio. L’alternativa a questa strada è il fallimento. Se lo mettano in testa tutti, compresi i candidati che non sanno di cosa parlano. Ci arriverebbe anche un cretino che una società da rimettere in piedi e con 80 milioni di debiti non si può salvare che così come stiamo facendo».
Ha concluso il commissario: «Speriamo che il privato partecipi alle condizioni poste, visto che consegneremo agli investitori una gestione dal passato vergognoso. Alla mia nomina da commissario erano in vigore 366 tariffe diverse, con situazioni da denuncia penale nei confronti di alcuni comuni in cui si irrigava senza pagare o si riempivano le piscine alla stessa tariffa applicata agli agricoltori. Per non parlare della situazione delle condotte e della distrazione di fondi che sono andati alle Amministrazioni che hanno scelto di salvaguardare le proprie gestioni».
La modifica dello statuto. Il nuovo statuto di Rivieracqua entrerà in vigore con l’aggiudicazione della gara a evidenza pubblica. Per arrivare alla pubblicazione del bando europeo, tutti i comuni dell’imperiese sono chiamati ad approvare la nuova bozza nei rispettivi consigli comunali. Imperia e Sanremo la approveranno simbolicamente in una seduta convocata per il 30 aprile. Per facilitare l’ingresso nella società dei comuni non soci, la struttura commissariale guidata da Claudio Scajola ha previsto l’ipotesi dell’acquisto di una sola azione al prezzo di 1,5 euro. Lo statuto sancisce la maggioranza pubblica che non può venire meno neanche nel caso in cui i comuni manifestino l’intenzione di cedere le proprie quote sul mercato.