Pesca sportiva, Capurro (Sanremo Domani) scrive a Lollobrigida: «Declino inarrestabile»
Il candidato della lista civica Sanremo Domani (coalizione centrodestra) si fa portavoce degli appassionati: «Rivedere nuovo limite numero massimo ami consentiti»
Sanremo. «Mi rivolgo a Lei con profondo rammarico riguardo al declino che affligge il mondo della pesca sportiva e ricreativa, un settore che un tempo godeva di un fascino unico e ora si trova in grave difficoltà». Inizia così la lettera che il candidato della lista civica Sanremo Domani (coalizione di centrodestra), Nicholas Capurro, ha inviato nelle scorse ore all’attenzione del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste nel governo Meloni Francesco Lollobrigida. Capurro si è fatto portavoce del malcontento di chi, come lui, pratica la pesca sportiva, per chiedere all’esponente dell’Esecutivo una revisione del nuovo limite imposto per la pesca all’amo.
«Questo declino, iniziato ormai circa vent’anni fa, – continua il candidato pro Rolando sindaco – sta soffocando il mercato nautico e privando giovani e adulti della gioia e della soddisfazione che deriva dalla pratica di questa attività. Uno dei principali motivi di questo declino è stata la chiusura della pesca al Tonno Rosso, una decisione che ha comportato la limitazione della pesca attraverso quote, misure e pesi consentiti, e restrizioni temporali estremamente ridotte».
«Le conseguenze di queste restrizioni sono state devastanti per l’intero settore. Il calo delle vendite di attrezzature e imbarcazioni, in particolare delle imbarcazioni da pesca, ha causato gravi problemi ai cantieri navali che avevano investito ingenti risorse nella costruzione di imbarcazioni ora inutilizzate. Questo ha portato anche alla svalutazione delle imbarcazioni già in possesso di pescatori e appassionati».
«Inoltre, i pescatori professionisti che praticano la pesca dei pesci spada usando un palamito si sono trovati in una situazione paradossale, costretti a gettare in mare tonni catturati accidentalmente per evitare multe. Questo non solo ha causato un grave spreco di risorse ittiche, ma ha anche avuto un impatto finanziario devastante per i pescatori e le loro famiglie».
»È inoltre evidente che le restrizioni imposte in Italia non sono in linea con quelle dei Paesi confinanti, né con quelle dei Paesi mediterranei non appartenenti all’Unione Europea. Questo crea una disparità che penalizza pesantemente il settore della pesca sportiva e ricreativa nel nostro Paese. Recentemente, l’introduzione di nuove regolamentazioni riguardanti la pesca con il palamito a scopo sportivo/ricreativo ha ulteriormente limitato le possibilità per gli appassionati di godere di questa pratica millenaria. La proposta di ridurre il numero massimo di ami consentiti a 50 potrebbe essere vista come un intervento per preservare la fauna ittica, ma occorre valutare se questo sia il modo più efficace ed equo di raggiungere tale obiettivo. Piuttosto che limitare il numero di ami, si potrebbe considerare la regolamentazione delle dimensioni degli stessi per proteggere la crescita delle specie ittiche».
«Inoltre, è fondamentale porre maggiore attenzione ai controlli e all’applicazione delle normative esistenti per garantire una pesca sostenibile. Punire coloro che praticano la pesca illegale e promuovere controlli più rigorosi sul rispetto delle normative potrebbe contribuire a preservare le risorse ittiche e a garantire un futuro più prospero per il settore della pesca sportiva e ricreativa in Italia. Le chiedo, pertanto, di considerare attentamente queste questioni e di adottare provvedimenti che possano promuovere una pesca sostenibile e equa, consentendo agli appassionati di continuare a godere di questa meravigliosa attività», – conclude Capurro -.