Omicidio Sargonia Dankha, Corte di Assise di Imperia pronta a partire per la Svezia
Attivato il canale della cooperazione giudiziaria europea
Imperia. Potrebbero svolgersi direttamente in Svezia le prossime udienze relative al processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e dalla soppressione di cadavere, che vede sul banco degli imputati il pizzaiolo residente a Sanremo, Salvatore Aldobrandi, 73 anni: arrestato il 17 giugno dello scorso anno su ordine del gip di Imperia, in merito alla presunta morte di Sargonia Dankha, ventunenne di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla da Linköping, in Svezia, nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995.
La Corte di Assise di Imperia ha infatti attivato il canale della cooperazione giudiziaria europea, chiedendo un ordine europeo di indagine (Oei) per sapere se è possibile proseguire l’audizione dei testi in Svezia. Nel paese in cui, ormai 29 anni fa, avvennero i fatti contestati ad Aldobrandi, vive la maggior parte dei circa trenta testimoni che procura e parte civile (mamma e fratello di Sargonia) reputano fondamentali per inchiodare il pizzaiolo, ex compagno della giovane Sargonia.
Il giudice ha così deciso di annullare le tre udienze dell’11, 17 e 24 aprile, aggiornando il processo al prossimo 20 maggio.
«Nel corso delle ultime udienze, è emersa l’impossibilità di far venire numerosi testi in Italia per motivi diversi: salute, età, ma anche economici», ha dichiarato l’avvocato di parte civile, Francesco Rubino. I costi notevoli, che i testi dovrebbero sostenere per raggiungere l’Italia e partecipare al processo, sono una delle ragioni per cui molti testimoni, seppur disponibili a portare il loro contributo, hanno deciso di soprassedere.
Per questo, spiega sempre il legale, «La Corte di Assise ha deciso di attivare il canale della cooperazione giudiziaria europea, per capire se una parte del processo relativa all’escussione dei testimoni può svolgersi fisicamente in Svezia». Ora bisogna solo attendere la risposta relativa agli accordi tra i due paesi. «Il prossimo 20 maggio si consoceranno le modalità attivate nell’ambito di questa istanza di cooperazione europea», prosegue Rubino.
Se la corte non dovesse spostarsi in Svezia, esiste la possibilità che l’audizione dei testi avvenga in videoconferenza. Ma trattandosi di un processo delicato, e oltretutto per omicidio, ascoltare de visu i testi è ritenuto fondamentale, anche per cercare di ovviare alle già presenti difficoltà linguistiche.
«Quella della videoconferenza in remoto – conclude l’avvocato Rubino – E’ una seconda opzione percorribile, ma spetta anche all’autorità svedese esprimersi in base al proprio ordinamento».