Laghetto artificiale di Pompeiana, pietra tombale del Consiglio di Stato. Comune a rischio default

14 aprile 2024 | 13:25
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Laghetto artificiale di Pompeiana, pietra tombale del Consiglio di Stato. Comune a rischio default

L’ente locale deve restituire circa 700 mila euro al ministero che finanziò l’opera mai collaudata per errori progettuali e di esecuzione dell’appalto

Pompeiana. Un altro scandalo imperiese che fa il paio con quello del porto incompiuto di Baia Verde a Ospedaletti è arrivato al capolinea venerdì scorso, dopo 22 anni, con la pronuncia di una clamorosa sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la revoca del finanziamento statale per la realizzazione del laghetto artificiale di Pompeiana, costruito in località San Bernardo. Il Comune ora rischia il default.

A confermarlo è il sindaco del paese Vincenzo Lanteri, subentrato alla guida dell’ente locale nell’ultimo miglio di una vicenda giudiziaria aperta da due decadi. Il laghetto artificiale di Pompeiana sarebbe dovuto servire per creare un bacino idrico al servizio degli agricoltori nei periodi di forte siccità e per l’approvvigionamento dei mezzi antincendio. Alimentato dalle sorgenti comunali e dall’acqua piovana, l’invaso non ha mai funzionato. Nel 2007 il primo collaudo fallisce e il ministero avvia l’iter per il recupero del finanziamento concesso. Contro quest’opera, etichettata come uno scempio ambientale perpetrato in un sito di interesse comunitario (sic), si erano schierati i comitati Wwf Liguria e l’associazione cittadina Praugrande.

Il progetto risalente agli anni ’90 e l’appalto affidato nel 2005 alla ditta Co.ge.ca. s.r.l. di Caserta si erano infranti di fronte a problematiche tecniche insanabili. In sintesi, gli ingegneri incaricati avevano previsto di impermeabilizzare una conca scavata artificialmente tra le rocce, attraverso la posa di teloni che per ben due volte si sono squarciati sotto il peso dell’acqua. L’intervento è costato 847 mila euro, concessi dal ministero dello Sviluppo economico ed erogati da Regione Liguria. Finanziamento che era stato revocato dal Tar Liguria nel 2021 contestualmente alla condanna del Comune di Pompeiana al risarcimento di 696 mila euro, entro 60 giorni dal deposito della sentenza, pena il recupero coattivo della somma.

Contro quel provvedimento la giunta comunale era ricorsa al Consiglio di Stato che venerdì ha cassato punto su punto tutte le richieste avanzate dai legali del municipio, Massimo Dalla Libera e Francesco Massa. Al supremo organo della giustizia amministrativa non sono bastate le rassicurazioni date dal Comune in ordine a un nuovo progetto per arrivare al collaudo dell’opera e alle sue possibilità di finanziarlo. Infatti, scrivono i giudici: «La Sezione condivide le perplessità del TAR che uno studio di fattibilità (non seguito da alcun elemento procedurale-finanziario-temporale più concreto) non è sufficiente a superare l’ostacolo dell’idoneità dell’opera che risultava non collaudabile per l’evidente errore progettuale e/o di esecuzione dell’appalto».

Il commento del sindaco Vincenzo Lanteri. «E’ una sentenza che rischia di far chiudere i battenti al Comune – commenta il primo cittadino eletto nel 2021 -. Trovo assurdo che un’intera comunità debba pagare per colpa di tecnici incapaci. Il Comune di Pompeiana non ha sbagliato niente, anzi è parte lesa. La mia speranza è che la Corte di conti arrivi in tempi rapidi ad accertare tutte le responsabilità in capo ai funzionari e all’impresa che hanno avuto un ruolo in questa storia. Se ci lasceranno liberi di restituire il finanziamento in un ampio periodo temporale, allora potremo salvare le casse del Comune, grazie anche agli importi eventualmente accertati dalla Corte dei conti. Contrariamente, rischiamo di andare in default. Ho già interpellato i nostri legali per capire quali strumenti possiamo mettere in campo per opporci o dilatare i tempi. Mi dispiace che questa sentenza sia arrivata proprio ora che si stavano aprendo nuove opportunità di finanziare un progetto di recupero definitivo del sito».

(Foto associazione Praugrande)