Imperia, Prefetto Romeo: «Senza il sacrificio dei partigiani oggi non avremmo questa bellissima Costituzione»

25 aprile 2024 | 13:17
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Imperia, Prefetto Romeo: «Senza il sacrificio dei partigiani oggi non avremmo questa bellissima Costituzione»
Imperia, Prefetto Romeo: «Senza il sacrificio dei partigiani oggi non avremmo questa bellissima Costituzione»
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Imperia, Prefetto Romeo: «Senza il sacrificio dei partigiani oggi non avremmo questa bellissima Costituzione»

Sindaco Scajola: «Chi oggi piega a suo piacimento il significato del 25 aprile tradisce quei valori di unità e coesione che rappresentano la Liberazione»

Imperia. I 79 anni dalla Liberazione sono stati celebrati oggi ad Imperia, in piazza della Vittoria, con una cerimonia solenne, alla presenza delle massime autorità civili, militari e politiche.

«Oggi è un momento importante per il nostro Paese. Ritengo che ci siano due eventi importanti che contraddistinguono la nostra Italia. Uno è il 25 aprile l’altro è il 2 giugno. Oggi noi ricordiamo i martiri partigiani che durante la Resistenza hanno dato la loro vita per garantire a noi oggi di vivere in una società libera e democratica. Senza il loro sacrificio l’Italia probabilmente oggi non avrebbe avuto quella bellissima Costituzione che è una delle opere d’arte, sia giuridiche che morali forse la migliore di tutto il mondo. Noi oggi dobbiamo essere grati a quanti sono morti per noi durante il periodo della Resistenza» ha dichiarato il Prefetto di Imperia, Valerio Massimo Romeo nel suo discorso di apertura. «Voglio citarne uno idealmente Felice Cascione, partigiano di Imperia, un ragazzo di 26 anni che è cresciuto senza il padre si è laureato in medicina dovendo frequentare tre università, Genova poi Roma ed infine si laureò a Bologna e proprio in quella città entrò e si rafforzò in lui l’ideale di libertà. Con tredici uomini iniziò sulle nostre montagne la battaglia per liberarci dal dominio nazifascista. Era un uomo buono Cascione era un medico che non solo lottava per la libertà ma quale capo di quel gruppo che aveva creato assisteva anche i feriti, assisteva gli amici ammalati” e cita un episodio di quando la banda di Cacione fece due prigionieri fascisti e quando i suoi compagni volevano uccidere i due prigioni Cascione si oppose e disse ai loro amici “loro non hanno avuto la fortuna che ho avuto io di avere una mamma che mi ha insegnato i valori della libertà e della democrazia. Alla sua memoria e a quanti sono morti per la libertà oggi deve andare il nostro ricordo. Senza la Resistenza noi non avremmo avuto la Repubblica Italiana e la Costituzione. Senza la Resistenza noi non avremmo potuto mai levare, cacciare via il nemico nazista, non avremmo potuto abbattere il regime dittatoriale che durava da vent’anni. La Resistenza ci ha dato la possibilità di poter poi avere un’Italia libera e con l’Italia libera ci ha dato la possibilità di poter scegliere il 2 giugno del 1946 tra monarchia e Repubblica e gli italiani hanno scelto la Repubblica e quella data del 2 giugno è importantissima perché i nostri cittadini votarono anche per l’Assemblea Costituente che ci ha dato la nostra Costituzione. Auspico che nelle scuole vengano insegnati almeno letti i principi fondamentali della nostra Costituzione italiana che rappresenta un patrimonio a cui noi dobbiamo essere legati, un patrimonio che serve per la crescita per il pensiero dei nostri giovani. Restiamo sempre legati alla Costituzione, uniti al nostro Presidente della Repubblica che è il miglior garante della Costituzione italiana» ha concluso il Prefetto.

Il sindaco e presidente della provincia di Imperia Claudio Scajola ha dichiarato: «Quando la testimonianza viva viene meno, l’impegno delle Istituzioni, a partire da quelle scolastiche, deve diventare più forte evitando la facile ma rischiosa strada della retorica e altresì del nozionismo vuoto di senso. La Resistenza non è un fatto storico come un altro. Nel manifesto realizzato quest’anno per le celebrazioni è impressa una frase di Calamandrei: «Andate nelle montagne dove caddero i partigiani perché li è nata la nostra Costituzione”. Da quel sacrificio la neonata Repubblica seppe prendere ispirazione per dare il meglio di sè. Chi oggi piega a suo piacimento il significato del 25 aprile in un modo o nell’altro tradisce quei valori di unità e coesione che rappresentano la Liberazione e l’inizio dell’esperienza repubblicana e democratico. Il 25 aprile non può e non deve essere un giorno divisivo, è festa degli italiani, è la festa di tutti. Viva l’Italia, viva l’Europa».

Oratore ufficiale della cerimonia odierna è stato il giornalista Franco Manzitti: «Una giornata molto emozionante per un giornalista come me che ha avuto il piacere e l’onore di ritornare in questa terra dove ho lavorato tanti anni per una celebrazione ufficiale per un discorso molto diverso da quelli che siamo abituati a fare noi giornalisti o a scrivere una commemorazione di un tempo lontano, importante e decisivo che in qualche modo torna prepotentemente con i suoi temi oggi in uno mondo così diverso, pericoloso in cui si rischia di mettere in discussione i fondamenti di quella giornata storica del 25 aprile del 1945, la Liberazione, la fine della guerra, della dittatura e soprattutto quello che conta di più la pace conquistata dopo tante sofferenze, morti, sangue, tante divisioni. Purtroppo oggi siamo di nuovo a rischio e allora quei valori vanno recuperati e quel processo che è cominciato allora in qualche modo va ripreso soprattutto nelle nuove generazione che non hanno conosciuto bene questa storia anche per colpa delle nostre generazioni che non l’hanno scritta come forse andava scritta e non hanno messo a posto le cose non hanno fatto in modo che quelle divisioni in qualche modo trovassero non dico un risanamento ma un collocazione più precisa delle responsabilità ma anche nei destini di chi ha combattuto quelle battaglie, chi le ha vinte e chi le ha perse».