Imperia, inaugurata la mostra su Felice Cascione: «Ci lascia ideali di uguaglianza, dei diritti civili e della democrazia»

20 aprile 2024 | 11:55
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Visitabile fino al 24 aprile (orario 9.30-12.30/ 15.30-19)

Imperia. C’è la sua giacca bianca così come la sua borsa di quando faceva il medico. E poi foto, tante che lo immortalano durante la sua vita, dall’infanzia, passando per il suo trascorso sportivo fino al periodo della Resistenza.

È stata inaugurata questa mattina la mostra su Felice Cascione,  “U megu”in occasione dell’80esimo anniversario dalla sua morte, avvenuta il 27 gennaio del 1944 ad Alto, nell’androne del “Cremlino” visitabile fino al 24 aprile (orario 9.30-12.30/ 15.30-19) con la documentazione fotografica fornita dal ricercatore Pino Fragalà. Una delle medaglie d’oro al valor militare della provincia di Imperia è noto anche per aver composto il testo della canzone “Fischia il Vento”.

«Quella di Felice Cascione è stata una delle figure, se non la figura più emblematica e carismatica della Resistenza imperiese- spiega Ugo Mela– presidente Anpi Imperia- Come tutti sappiamo, Cascione è stato un grande sportivo, pallanuotista e faceva parte della nazionale italiana alle Olimpiadi, ma soprattutto  la sua opera è diventata importante prima come medico, aveva ottenuto la laurea peregrinando in diversi università d’Italia, perché lo seguiva la sua fama di antifascista e di conseguenza trovava tutti gli ostacoli possibili, poi come comandante partigiano ed eroe. Una persone che oltre a fare il comandante partigiano, nei momenti un po’ più tranquilli provvedeva, facendosi accompagnare da qualche amico, ad andare a soccorrere e curare la gente delle vallate del dianese e dell’andorese. Una persona incredibile».

« Cascione ci lascia – prosegue Mela- gli ideali di uguaglianza, dei diritti civili, della democrazia, che purtroppo troppo stesso vengono calpestati. La Costituzione stessa, nata dalla Resistenza, è quello che dobbiamo seguire come indicazione per gli ideali di un vivere civile, con una società che tiene conto dell’uguaglianza, della democrazia e della libertà, cose che spesso oggi vengono meno».

«Cascione- conclude Mela- in una lettera a Giacomo Castagneto “Mumuccio” fa quasi il suo testamento spirituale e dice che il suo futuro, ed eravamo nel ’42, non era quello di fare il medico, ma prioritariamente di poter insegnare all’Italia i dogmi del vivere civile e dell’uguaglianza. Per questo ha lasciato una traccia indelebile con il suo vivere e il suo operato».