Il padre di Giulia Cecchettin, assassinata dall’ex, porta la sua esperienza al “Festival della Parola Reloaded”

5 aprile 2024 | 12:23
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L’uomo era ospite in videoconferenza del festival, in scena per la prima volta a Sanremo nel Teatro del Casinò, gremito di studenti degli istituti superiori matuziani

Sanremo. «Non sapete quante volte in questi mesi mi sono chiesto perché devo andare avanti. Poi ho acceso una fiamma, una fiammo che mi illumina il futuro e mi consente di andare avanti. Io voglio continuare a ballare anche sotto la pioggia. Anche se mi è stato tolto veramente tanto». A parlare è Gigi Cecchettin, padre di Giulia, assassinata dal suo ex fidanzato Filippo Turetta l’undici novembre scorso tra Vigonovo e Fossò, in Veneto. Il caso di cronaca nera ha riportato alla ribalta, se ma i ce ne fosse stato ancora bisogno il dramma dei femminicidi e del loro perchè nella società.

L’uomo era ospite in videoconferenza del Festival della Parola Reloaded, in scena per la prima volta a Sanremo nel Teatro del Casinò, gremito di studenti degli istituti superiori matuziani. Nell’occasione Cecchettin ha presentato il suo libro dedicato alla figlia dal titolo “Cara Giulia – Quello che ho imparato da mia figlia” la lettera scritta da un padre per ricordare la ragazza che mancherà alla sua famiglia e di cui nessuno scorderà mai il nome.

Silvana Ormea, Assessore alla Cultura comune di Sanremo
«È un piacere accogliere a Sanremo, per la prima volta, il Festival della parola reloaded. Ed è significativo il fatto che prenda il via con Gino Cecchettin, diventato suo malgrado uno dei simboli della lotta contro la violenza di genere dopo la tragica fine della figlia Giulia, che ha scosso la coscienza collettiva. L’incontro con gli studenti è un passaggio importante, come il flash mob finale in piazza Borea d’Olmo con i batteristi a far rumore per dire basta ai femminicidi e ancora gli studenti a leggere brani di “Cara Giulia”, il librolettera che Gino Cecchettin ha dedicato alla figlia. Questo Festival arricchisce la proposta culturale della nostra città e fa riflettere, evidenziando i modi diversi di comunicare, oltre i luoghi comuni, abbracciando anche il mondo della musica che rappresenta molto per Sanremo. Il tutto coinvolgendo il teatro del Casinò e la sede del Club Tenco, per ascoltare e confrontarsi sull’importanza della parola e sui veri aspetti della nostra società»

Il festival è proseguito alle 12 con “Alle radici della violenza di genere”: il ruolo della musica e dei media con Roberto Natale (direttore Rai per la Sostenibilità), Elisa Giomi (commissaria Agcom), Cristina Carbotti (caposervizio TgR Liguria). Alle 18 alla sede del Club Tenco si terrà la presentazione di Ariston. La scatola magica di Sanremo di Walter Vacchino e Luca Ammirati, Salani. Modera Graziella Corrent. Alle ore 19 è la volta di Syd Barrett. Scritto sui Rovi di Luca “Chino” Ferrari, ZONA Music Books. Modera Massimo Poggini.

Sabato 6 aprile si comincia alle 17 alla sede del Club Tenco con La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days di Emilio Targia e Giuseppe Ganelli, Minerva. Modera Maurilio Giordana. Alle 18 si prosegue con la presentazione del libro La versione di Cochi di Aurelio “Cochi” Ponzoni e Paolo Crespi, Baldini+Castoldi. E si continua alle 20.30 al Teatro del Casinò con Walter Veltroni, che parlerà delle sue molteplici attività artistiche, dai recenti docufilm su Fabrizio De André e Lucio Dalla a La condanna, il nuovo racconto sulla ferocia pubblicato con Rizzoli. Durante l’incontro, moderato da Massimo Poggini ed Emilio Targia, riceverà il prestigioso Premio Ambasciatore della Parola. Alle 21.45 Beppe Carletti, da oltre 60 anni alla guida dei Nomadi e da tempo impegnato a sostenere i bambini e le scuole cambogiane in collaborazione con associazioni come Ecpat, Rock No War, Cifa, viene insignito del Premio Futura e presenterà il libro scritto con Gianluca Morozzi, Una voglia di ballare che faceva luce, Il romanzo di noi Nomadi (Aliberti). Modera Pierluigi Senatore.

Domenica 7 aprile alle 11.30 i musicisti scendono in piazza Borea d’Olmo per “fare rumore”: 100 batteristi suonano la loro canzone contro il femminicidio in un flash mob dedicato a figlie, sorelle, madri e mogli vittime della violenza di genere. Gli studenti delle scuole della città leggono brani tratti dal libro di Gino Cecchettin, Cara Giulia.