La protesta

Il dianese dice no al CPR: «Ci fermeremo soltanto quando verrà stralciata nostra posizione» fotogallery

Presenti tutti i sindaci dei comuni del golfo Dianese

Diano Castello. Circa 250 persone si sono ritrovate stamane davanti all’ingresso dell’ex caserma Camandone di Diano Castello per ribadire il loro “no” alla realizzazione di un cpr (centro per il rimpatrio) presso la caserma dismessa dall’esercito. Presenti tutti i sindaci dei comuni del golfo Dianese preoccupati per le possibili ricadute negative sul turismo che la realizzazione del centro potrebbe portare.

In testa Romano Damonte, sindaco di Diano Castello: «Sicuramente c’è stata molta confusione in questi ultimi giorni, con dichiarazioni che ci lasciano allibiti: qualcuna a nostro favore, qualcun’altra che non sappiamo da che parte prenderla. Tuttavia, continuiamo per la nostra strada – ha dichiarato -. Ribadiamo che non vogliamo il Cpr nella caserma Camandone e nel Golfo Dianese. Come Comune siamo pronti ad allagare il discorso di un eventuale utilizzo della Camandone a tutti gli altri sei Comuni». Sul recente incontro con il Prefetto: «Abbiamo capito benissimo, che la volontà è di fare il cpr nella Camandone. Ci è stato detto che è una struttura idonea e che può essere adibita a questo scopo e, in pratica, ci è stato anche detto prendere o lasciare. Noi abbiamo ribadito il nostro no. Quando abbiamo indetto la manifestazione sono arrivare diverse smentite, che però hanno dietro alle spalle qualcosa che è rimasto scritto. Oltre a capirlo bene l’italiano, l’abbiamo anche letto bene». Conclude: «Col prefetto eravamo d’accordo che entro sette giorni avremo dovuto dare una risposta e abbiamo detto che continuiamo a ribadire il no al Cpr Ci è stato anche detto, che se avessimo accettato di buon grado il Cpr, non avremmo avuto altri pericoli incombenti su strutture del Golfo e noi abbiamo disposto che non vogliamo barattare niente. Dopo questa manifestazione dobbiamo anche capire bene i nostri referenti politici cosa vogliono fare del territorio del Golfo Dianese».

caserma camandone cpr

L’area dell’ex Caserma Camandone dove dovrebbe sorgere il Cpr

Cristiano Za Garibaldi, sindaco di Diano Marina: «Ci siamo opposti sin dall’inizio a questa ipotesi. Non si può che dire di no al Cpr, è banale dirlo, ma meno banali sono le motivazioni di diverso genere: da quelle di tipo tecnico a quelle urbanistiche o viabilistiche, che in qualche mondo concernono quello che dice la legge, perché qui non siamo fuori dal centro urbano dei nostri Comuni. Anzi, a pochi passi da qui c’è una struttura ricettivo turistica, ci sono strutture ludico ricreative; tra poco ci sarà una scuola, e poi è tutta una zona residenziale. Direi, quindi, che sarebbe uno smacco e un danno terribile alla nostra economia territoriale». Alla domanda: “Vi aspettavate di più dalla classe politica del Ponente“, il primo cittadino risponde: «Si sono trincerati dietro al fatto che ancora non è stata presa una decisione, ma i territori devono essere sereni, soprattutto uno come il, nostro che vive di turismo, che deve offrire serenità a chi viene a trascorrere le vacanze qui da noi». Conclude: «La scusante è che sarebbe invisibile ma il nostro danno principale sarebbe quello di immagine, perché nessuno vorrebbe un carcere alle porte delle strutture ricettivo turistiche».

Cristian Quesada, segretario provinciale del Pd: «I motivi sono quelli che abbiamo espresso ieri in consiglio provinciale: è un territorio che vive di turismo e che non si può permettere di avere un Cpr, che è profondamente sbagliato e non risolve il problema dell’immigrazione. Siamo quindi al fianco ella comunità del Dianese. L’unico, finora, ad affermare che non è una ipotesi concreta è Toti, il quale generalmente dice cose, per poi il giorno dopo fare il contrario di quello che dice. Qundi, prendiamo per buone le parole del prefetto che ha comunicato ai comitato e ai sindaci il fatto che qui sorgerà un Cpr».

Enrico Ioculano, consigliere regionale Pd: «Il Cpr è stato un autogol per questo territorio e noi dal momento in cui da Ventimiglia qualcuno, sia il sindaco che la Lega, ha detto che sarebbe servito un Cpr, abbiamo detto che sarebbe stata una cosa assolutamente illogica, priva di senso , contraria al territorio e territorio inutile. Se oggi siamo qui riuniti, è perché è sempre più concreta l’ipotesi che questo Cpr si realizzi, saranno solo parole prima delle europee, ma dopo abbiamo già visto che le cose si possono concretizzare in pochissimo tempo. Il fatto che ci siano tanti amministratori oggi, vuol dire che il problema è sentito. Il Cpr, per quello che può dare in termini pratici, non serve a questo territorio. Si realizzano nelle grandi città, nelle aree dove c’è una presenza di polizia chiaramente maggiore, anche dal punto di vista della logistica».

Al termine della manifestazione, all’ex Caserma è giunto anche un gruppo di no border: «Da Imperia all’Albania contro Cpr, razzismo e polizia», hanno scritto su uno striscione. Tra gli altri cartelli esposti, anche quello contro i turisti.

Presenti alla manifestazione anche Rifondazione e Potere al Popolo, che si dichiarano «contro la realizzazione di CPR ovunque nell’orbe terracqueo, perché si tratta di prigioni per innocenti in netto contrasto con gli art. 9 e 13 della Costituzione, e quindi anche alla Camandone in cui verrebbero rinchiusi con divieto assoluto di uscire 50 persone bambini compresi, in sfregio ad ogni principio di diritto umanitario».

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