Fi apre la campagna al teatro Manzoni, Claudio Scajola protagonista
L’ex ministro e attuale sindaco e presidente della Provincia di Imperia sempre più vicino a ruoli di leadership in Forza Italia
Milano. E’ sempre più vicino ad incarichi di prestigio in Forza Italia, l’ex ministro e attuale sindaco e presidente della Provincia di Imperia, Claudio Scajola. Lo dimostrano i continui inviti dell’attuale segretario del partito, Antonio Tajani, che considera il fondatore, insieme a Silvio Berlusconi, di Forza Italia, un vero e proprio mentore e non perde occasione per volerlo al suo fianco.
Dopo il primo congresso degli azzurri post Berlusconi, che ha visto Scajola seduto in prima fila e ringraziato pubblicamente da Tajani, oggi l’ex ministro dell’Interno ha preso parte all’apertura della campagna elettorale delle europee al teatro Manzoni di Milano, acquistato nel 1978 da Silvio Berlusconi e dalla discesa in campo location di tanti eventi di partito.
Candidati alle Europee di giugno, per Forza Italia, sono l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti e lo stesso Antonio Tajani. Quest’ultimo, dal prestigioso palco, ha citato più volte il nome di Claudio Scajola, dichiarando di seguire i suoi consigli: «Il giorno del funerale di Berlusconi – ha detto il segretario di Forza Itala -, Salutandoci, Claudio Scajola mi ha detto: “Allarga più che puoi, Forza Italia è l’unica strada che c’è”. Io ascolto tutto quello che mi si dice, medito, e ora credo che FI stia lavorando per costruire un grande progetto che non è soltanto il centrodestra».
Un grande progetto che sembra partire proprio dalle indicazioni date dall’attuale sindaco Scajola, che negli ultimi anni della sua carriera politica ha dismesso la “casacca” dei partiti tradizionali per puntare sulle coalizioni civiche, vincendo due volte le elezioni a Imperia, nell’ultima tornata pure al primo turno. Ora, il nome dell’ex braccio destro di Berlusconi torna da protagonista in Forza Italia: un partito, che ha sottolineato lui stesso, è sempre stato «un gruppo civico» diventato «colonna portante del partito popolare europeo».
Dal palco del Manzoni, Scajola ha parlato da protagonista, scaldando gli animi dei presenti con un discorso accorato: «Berlusconi non è un uomo da partito minoritario – ha detto – Non l’ha mai voluto. Si inventò la Casa della Libertà, il Popolo della Libertà, perché la vocazione è interpretare il nostro popolo che nella maggioranza si riconosce nei valori popolari, liberali, riformisti, europeisti, atlantisti, garantisti. Questa è la volontà della maggioranza degli italiani: spetta a noi, a me come piccolo cittadino di periferia, spetta te, Antonio (Tajani, ndr) riuscire ad aprire ancora di più, ad aprire sempre di più, a traguardare il futuro per le nuove generazioni, per incanalare le persone di buon senso, di equilibrio, che anche nei toni e nei modi non si riconoscono più nella politica attuale. E sono convinto che tu ci potrai riuscire e questo è l’augurio più importante che voglio farvi».
Scajola ha riconosciuto meriti anche alla candidata alle europee Letizia Moratti: «Entrando a Milano, non si può non riconoscere, per chiunque abbia senso di un minimo di obiettività, che se Milano si è trasformata il merito è di Albertini e della Moratti – ha affermato -. E’ cambiata Milano e Berlusconi aveva individuato che ci volessero persone del fare, persone di concretezza e di visioni. Milano, Letizia, non ti è stata riconoscente come avrebbe dovuto: tu hai inventato l’Expo, l’hai ottenuta, con un giro per il mondo che io ricordo. Sei riuscita ad avere tutto ciò che era necessario per una sfida incredibile, mai vista, per l’Italia, e quella realizzazione ha dato il volto del futuro di Milano. Milano ti ripagherà per queste elezioni europee, perché per fortuna il tempo è sempre galantuomo e tu lo meriti».
Poi i ricordi di una vita trascorsa al centro della storia politica italiana: «Entrando in questo teatro mi accompagnano ricordi e speranze – ha aggiunto l’ex ministro -. I ricordi sono che nel lontano 1996, a elezioni perse, con Berlusconi che aveva dedicato tutto se stesso e non lo avevano fatto governare, che aveva fatto un esperimento governativo breve, quasi a dire che tutti i suoi sogni non dovessero essere realizzati, con manovre di palazzo che lo portarono a dover decadere da presidente del consiglio. Incominciammo qui, in questo teatro, nell’autunno del 1996 la costruzione, con la lunga traversata, che ci portò alla vittoria del 2001. Dovevamo anche diventare europei: fu Antonio Tajani, ricordiamolo sempre, che con il suo peregrinare in Europa, riuscì attraverso il nostro congresso nazionale qui ad Assago, le regole, i programmi, la dimostrazione che c’era una democrazia, perché non ci volevano in Europa in quanto sostenevano che era un partito che non aveva la democrazia interna. Io ricordo con piacere che insieme a Tajani riuscimmo a dire alla Cdu (Unione Cristiano-Democratica, ndr) tedesca che i voti con cui fu eletto presidente, in un organismo democratico, Silvio Berlusconi, erano più dell’assemblea che aveva eletto Helmut Kohl presidente della Cdu tedesca. Quel percorso ci portò ad essere un gruppo civico, come era Forza Italia, ad una delle colonne portanti del partito popolare europeo. Quel percorso fu accompagnato con costanza enorme e in difficoltà, perché partiva praticamente da solo, da Antonio per accreditarci nel partito popolare europeo. E poi Berlusconi, che in Europa era in quale maniera snobbato, è diventato e divenne il protagonista nel partito popolare europeo. Questi sono i ricordi di un percorso antico nato qui. Fu un percorso, però, difficile, ma che si basò sulla corrispondenza maggiore che dovevamo avere con gli italiani sui programmi e sulla qualità delle persone. Su questo percorso si passò dal 16 percento che ci davano nell’autunno del 1996 alla vittoria con il 31 percento nel 2001. E allora io mi auguro che questa assemblea di oggi ci porti fortuna: ecco la speranza dopo i ricordi, la speranza che si dia retta a quello che voleva Berlusconi».