Fellegara sbanca il Centrale, «Vincere a Sanremo per cambiare la Liguria»

20 aprile 2024 | 19:54
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Circa 700 alla convention del candidato progressista: «Siamo quelli del sì ad acqua e sanità pubblica. Le grandi opere devono andare avanti rimettendo al centro l’interesse collettivo»

Sanremo. Platea e galleria sold out e oltre un centinaio di persone in piedi per la convention del candidato sindaco Fulvio Fellegara che oggi ha chiamato all’appello il popolo del centrosinistra di Sanremo. Circa 700 persone hanno partecipato all’evento tenutosi al Cinema Centrale di via Matteotti che ha visto protagonisti anche il sindaco di Savona, Marco Russo (vincente contro una giunta di centrodestra) e in collegamento live Pierluigi Bersani.

Il filo conduttore che ha portato il Centrale a più standing ovation per Fellegara è stata la proposta dell’alternativa. Un’alternativa che la coalizione dice “è adesso”. «Vincere a Sanremo per cambiare la Liguria», – ha incitato la folla Fellegara sulle note della canzone popolare di Ivano Fossati -. «La campagna elettorale nella nostra città si è abbassata al livello del marciapiede e della buca nell’asfalto. Noi lì non scendiamo. Parliamo della Sanremo del futuro e vi dico che possiamo vincere. I sondaggi non si fanno da soli, c’è qualcuno che li paga e li distribuisce come meglio crede. I numeri che girano sono da montagne russe. Oggi per la prima volta dal 1993 a Sanremo si presenta uno scenario inedito: il centrodestra è spaccato in due. E’ la nostra occasione per puntare alla vittoria», – ha continuato il candidato sindaco -.

«Siamo partiti a novembre pensando a ricostruire un’alternativa. Ci abbiamo provato ribaltando l’approccio. Tornando tra la gente, organizzando confronti anche con due tre persone per volta. Aprendo un point su quattro ruote che fa sua tutta Sanremo, – ha proseguito il leader della coalizione progressista -. «Chi siamo noi? La coalizione del sì. Sì all’acqua pubblica. Chi ha creato i problemi di Rivieracqua adesso vuole metterci i privati per risolverli. Non è una questione ideologica ma pratica, economica. Una parolina che a destra dovrebbe piacere. Un socio privato quando fa utili se li porta via, se li mette in tasca. Non dobbiamo permettere che arrivi qualche multinazionale a prendersi i soldi del territorio. Con la privatizzazione stiamo buttando via posti di lavoro a Sanremo e dintorni. C’è un commissario a Imperia che decide tutto lui. Che fa il presidente della Provincia, il sindaco e il capo dell’ambito idrico. Bisogna commissariare il commissario (Fellegara si riferisce a Claudio Scajola, ndr)».

«Siamo quelli del sì all’Ambiente, a partire dal proporre un piano che non c’è e dalla salvaguardia dei giardini Regina Elena. Siamo quelli del sì al lavoro. Porteremo avanti tutti gli interventi programmati, comprese le grandi opere come il Porto vecchio. Ormai sono decise. Ma si può fare qualcosa per evitare il caro affitti che sta colpendo gli imprenditori di Portosole, tutelare i pescatori del Porto vecchio o i dipendenti dei baretti che perderanno il posto all’apertura dei cantieri. Bisognava salvaguardarli pensandoci prima di firmare la convenzione con il promotore».

«Siamo quelli del sì alla sanità pubblica. Il sindaco di Sanremo non può tacere sullo scandalo di come è stata trattata la sanità locale. Il 5,8 percento dei cittadini liguri e sanremesi non si curano più perché non riescono ad accedere ai servizi minimi. Se il sindaco tace è complice. Se vinciamo a Sanremo, l’obiettivo successivo è cacciare la destra dalla Liguria».

Istruzione. «La nostra proposta dell’università a Sanremo in discipline legate a due asset storici, lo spettacolo e la floricoltura, è un’altra questione concreta non ideologica. Noi vogliamo che siano i ragazzi del mondo a venire a Sanremo. Anche questo ha un valore economico. L’università porta presenze quando ci sono i periodi morti e gli studenti ritornano a casa quando d’estate abbiamo il pienone. Sanremo è l’unica città diversa da Roma dove ancora si firma un contratto nazionale, quello della floricultura. Calvino e l’istituto Sperimentale. La scuola di Agraria. Possiamo evitare che i nostri giovani se ne vadano da Sanremo offrendo loro una prospettiva di alta formazione nel campo della ricerca. Sanremo è la culla del Festival, della più importante manifestazione canora d’Italia, potremo offrire stage sul campo a chi deciderà di studiare qui».

Asili e scuola. «Le Amministrazioni degli ultimi 15 anni hanno avuto occhi e testa solo per alcune parti della città. La Sanremo dei lustrini non deve nascondere la realtà. Prima di noi nessuno ha parlato di abbandono scolastico. Il grado messo peggio è quello degli asili nido. Ci sono 110 posti di asilo nido pubblico e 65 privati. Le ultime Amministrazioni gli asili li hanno chiusi e a Sanremo nascono circa 300 bambini l’anno. Non ha un senso. Noi li riapriremo».

Cultura e turismo. «Quella “parolaccia” chiamata cultura deve essere affiancata al turismo. Valorizzare il patrimonio storico e culturale può far diventare Sanremo una città attrattiva come lo è diventata Genova con gli investimenti sull’area museale del porto antico. Nel capoluogo regionale la permanenza media è di 4 giorni, un giorno e mezzo in più di Sanremo. Dobbiamo creare eventi che trattengano le persone qui, che offrano loro cose da vedere e da fare».

La questione urbana. «Ricucire la città come dice Renzo Piano. Migliorare il verde e riqualificare le periferie non sono contentini ma offrono una visione. Riqualificare via Martiri, via Galilei, via Pietragosti, via San Francesco, si può fare e non costerà 18 milioni di euro come il parcheggio approvato dalla giunta uscente per piazza Eroi. Le risorse per fare queste cose? Ci sono i fondi europei e occorre creare un ufficio ad hoc per intercettarli».

L’appello per il voto utile. «C’è chi racconta frottole. Il solo voto utile è quello per l’alternativa e l’alternativa siamo noi. Abbiamo creato un momento di rottura inedito. Dal 1993 in avanti non c’è mai stata una partita a tre. E’ sempre stata una partita a due. E’ la prima volta che succede e il centrodestra diviso è la nostra carta vincente. Nessuno è in grado di prevedere come finirà questa competizione elettorale. Non commenterò i sondaggi. Siamo sulle montagne russe. Nascono come strumento per fotografare la realtà, ora sono diventati uno strumento per orientarla. Ne fanno un uso scorretto. Manca un po’ di etica. I sondaggi li paga qualcuno, non si fanno gratis. Apriamo gli occhi e teniamo tese le orecchie».

Il “giochino”. Se prendessimo il sondaggio peggiore, quello che ci penalizza di più e che serve agli altri per dire che vincono, osserviamo che, al netto degli errori statistici, per andare al ballottaggio servono 7 o 8 punti. Sembrano un’enormità ma in una città come Sanremo vuol dire meno di 2000 voti. Se li recuperiamo noi, li facciamo perdere agli altri. Se di 700 persone che siamo qui stasera ciascuna recupera 2 preferenze, noi vinciamo le elezioni. Diffidate da chi dice che non ce la possiamo fare. Da solo non ce la farò ma tutti insieme possiamo cambiare Sanremo».

(Foto e video Luca Simoncelli)