Botta e risposta

Camporosso, Morabito replica a Gibelli e dichiara: «Assedio al parroco non è segnale di serenità»

Sull'archiviazione della denuncia: «In materia di “ego” credo di avere da imparare, mentre la mancata comprensione del provvedimento mi pare che appartenga ad altri»

Gibelli reali morabito

Camporosso. «Qualche giorno fa ho ritenuto opportuno e anzi doveroso diffondere la notizia della definitiva archiviazione della denuncia, evidentemente non fondata, a suo tempo proposta dal sindaco Gibelli nei miei confronti. Dopo più di un anno e dopo ripetuti tentativi di Gibelli di riproporre più volte la questione al giudice penale, la vicenda si è finalmente chiusa con l’affermazione (piaccia o no al Sindaco…) che la mia condotta non poteva essere considerata reato. Evidentemente questa verità non è stata gradita dal primo cittadino; non importa, se ne farà una ragione prima o poi».

Lo dichiara il consigliere comunale e candidato sindaco Maurizio Morabito (SìAmoCamporosso), rispondendo alla nota stampa diffusa dall’attuale sindaco Davide Gibelli, anch’egli candidato con la lista Sempre Più Camporosso, in merito alla vicenda giudiziaria che li ha visto quest’ultimo denunciare Morabito per diffamazione. Procedimento poi archiviato dal gip del tribunale di Imperia.

«Dico prima o poi perché sempre più agguerrito, Gibelli ora minaccia di citarmi in giudizio per danni, non si capisce quali e quanti – aggiunge Morabito -. In ogni caso eserciterebbe un suo diritto, assumendosene peraltro per intero la responsabilità. Per ora non mi è stato ufficialmente comunicato nulla; prendo atto che il Secolo XIX considera la cosa come certa, vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà. Ne darò notizia, piaccia o non piaccia a Gibelli o ad altri, perché credo che la cittadinanza debba rimanere informata per poter valutare i comportamenti di tutti e di ciascuno. Tra l’altro, prendo atto e ringrazio per un fatto curioso: per un evidente refuso, nella didascalia delle foto poste a corredo dell’articolo vengo definito “ex sindaco”. Mi auguro che si tratti di una premonizione destinata ad avverarsi. Se ciò avvenisse, come spero, i miei ringraziamenti saranno ancora più calorosi e sinceri».

«Tralasciando questi aspetti per cosi dire di contorno, prendo atto che Gibelli, letto il mio comunicato, si è lanciato in una serie di invettive che vanno dall’aver io “perso l’ennesima occasione per tacere” all’affermazione secondo cui il sottoscritto “accecato” dal suo “ego” non avrebbe “compreso il significato e la portata del provvedimento che ha disposto l’archiviazione del procedimento penale”, e questo solo per citare alcune chicche. Comunque, come si dice, ringrazio per l’attenzione e rinvio al mittente parola per parola. In materia di “ego” credo di avere da imparare, mentre la mancata comprensione del provvedimento mi pare che appartenga ad altri», dichiara Morabito.

«Il tempo, come si dice, è galantuomo e stabilirà chi ha ragione, ammesso e non concesso che ancora ce ne sia bisogno – afferma -. Nella sua filippica Gibelli insiste in affermazioni a cui non crede nessuno, lui per primo, come quando ad esempio ribadisce che alla base della revoca disposta nei miei confronti ci sarebbe la mia “assenza”. Prosegua pure, la popolazione di Camporosso valuterà, credo anzi che abbia già abbondantemente valutato».

Sul caso della presunta campagna elettorale in suo sostegno da parte di don Marco Tommaso Reali: «Due parole, infine, intorno alla stupefacente polemica in atto nei confronti del parroco (a mio avviso inopinatamente definito nel testo dell’articolo del Secolo XIX sopra citato “novello don Camillo fuori dal tempo”…) – dice Morabito – Anche altre testate (Riviera 24, ad es.) hanno utilizzato il richiamo ai personaggi di Guareschi ma non mi pare di avere ancora sentito paragonare Gibelli a Peppone! Don Marco comunque non ha certo bisogno della mia assistenza, saprà difendere le proprie ragioni, come di solito fa. Mi limito ad evidenziare che l’assedio al parroco non è segnale di serenità, inducendo anzi a pensare che il nervosismo in alcuni ambienti sale, sale. Lasciamolo pure salire. Da parte mia ho deciso ed annunciato che la mia campagna elettorale sarà contraddistinta dalla moderazione e dall’assenza di attacchi personali, se non nel caso della massima provocazione. Mi sembra proprio il caso di dire “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”».

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