Campagna elettorale al veleno, il parroco di Camporosso chiede al sindaco di abbassare i toni

26 aprile 2024 | 14:24
Share0
Campagna elettorale al veleno, il parroco di Camporosso chiede al sindaco di abbassare i toni

«La signorilità all’interno di un dibattito politico si mostra anche nella grandezza di essere umili e chiedere scusa»

Camporosso. «Dopo avere letto la replica del sindaco Davide Gibelli a Maurizio Morabito, come parroco di Camporosso non posso fare altro che intervenire all’interno del dibattito, chiedendo che vengano abbassati i toni da parte del signor sindaco». Lo dichiara don Marco Tommaso Reali, parroco di San Marco Evangelista, a Camporosso.

«L’espressione usata “ha perso un’occasione per tacere” – spiega il sacerdote, che fa riferimento alle dichiarazioni di Gibelli nella sua replica a Morabito – Mi pare che sia lesiva della libertà di espressione. Tutti quanti quando veniamo presi dalle situazioni di emozionalità, possiamo sbagliare nell’esprimerci. La signorilità all’interno di un dibattito politico si mostra anche nella grandezza di essere umili e chiedere scusa. E dall’altro lato di provare a essere misericordiosi e di andare oltre, puntando piuttosto sulle cose buone e positive che si vogliono esprimere piuttosto che sull’attacco personale al rivale in politica. Personalmente ritengo che sia molto bello che nella nostra città di Camporosso possa esserci un dibattito politico appassionato con diversi candidati. Una
maggiore aderenza culturale all’importanza del bene comune chiede però un altro livello espositivo».

«Anche con me alcuni parrocchiani, esprimendosi a proposito e personalmente sul dibattito, hanno voluto usare dei toni poco gradevoli – aggiunge don Reali – Essi sono facilmente congedati nel loro modo di esprimersi dalla misericordia del Signore. Ma in un contesto politico che va oltre il codice comportamentale della fede cristiana, dobbiamo fare appello al buon senso umano e
alla capacità personale di saperci esprimere senza inibire i contendenti. Altrimenti si proceda pure in questo modo nervoso e controproducente, soprattutto per chi vuole presentare il proprio programma. Ma alla fine la violenza verbale e il tono di superiorità non pagano mai».