Bordighera celebra il 25 Aprile, sindaco Ingenito: «Libertà oggi non è più bene scontato»
Graziella Biga Vizzini (Anpi): «Il pensiero fascista divaga»
Bordighera. «Oggi celebriamo il 25 Aprile, ideale di tutti, in nome della memoria e del ricordo. Come ho già ribadito in passato, lo deve essere al di là di ogni appartenenza, al di là di ogni schieramento, al di là di ogni tentativo di attribuire il significato di questa celebrazione all’una o all’altra parte politica. Una commemorazione che deve unire tutti per ricordare il sacrificio massimo di uomini e donne che hanno donato la loro vita per la nostra libertà».
Lo ha dichiarato il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, nel suo discorso davanti al cippo dei caduti in pineta, nell’ambito della celebrazione del 25 Aprile.
«Da questo sacrificio – ha aggiunto Ingenito – E’ nata la nostra costituzione e allora pare utile ricordare come, con l’articolo 13 si precisa che la libertà personale è inviolabile. Con l’articolo 21 si afferma che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione. Ho citato questi articoli per riaffermare come la nostra costituzione sia contro ogni forma di totalitarismo, nero o rosso che sia. Non credo che oggi, come negli ultimi 76 anni, ovvero dalla data di entrata in vigore della nostra costituzione, vi siano state delle limitazioni o costrizioni alla possibilità di esprimere una propria opinione: al contrario, è sempre più tollerato l’insulto e la diffamazione».
Inevitabile un riferimento alla situazione mondiale: «Purtroppo, la spirale crescente di guerre, di violenza e di prevaricazione che le notizie ci riportano ogni giorno sono la testimonianza più evidente che occorre, come allora, difendere sempre di più i nostri valori per la libertà e la coesione sociale – ha detto il sindaco -. Allora ognuno di noi, ad ogni livello, e privo di ogni pregiudizio ideologico, deve lavorare per riportare il dialogo e il confronto al centro della vita sociale, così anche una continua e costante attività della nostra diplomazia a livello mondiale per una pace duratura tra i popoli. Quella libertà che per oltre mezzo secolo abbiamo considerato come un bene scontato, oggi non lo è più. Solo questa consapevolezza, unitamente ai valori più autentici del 25 Aprile, ci consentiranno di difendere con forza e determinazione, la nostra democrazia per migliorare il benessere e l’uguaglianza sociale».
A prendere la parola, è stata poi Graziella Biga in Vizzini (Anpi): «Il 7 dicembre 2023, alla prima della Scala, un signore prima dell’Inno di Mameli, si è alzato e ha gridato: “Viva l’Italia antifascista”. Sappiamo tutti che l’individuo è stato identificato dalla digos e il polverone mediatico che ne è seguito – ha detto -. Quello però che mi ha sconcertato di questa notizia, è quello che non è successo. Il teatro alla Scala, come molti altri teatri, vanta una lunga storiografia di contestazioni anche clamorose, a partire dal famoso “Viva Verdi”. Una situazione del genere avrebbe fatto venire giù il teatro, come si dice. Invece, niente: a parte qualche brusio, forse. Nell’epoca digitale siamo troppo abituati a firmare petizioni, protestare e anche purtroppo insultare comodamente seduti in salotto, nascosti dietro uno schermo. I nostri valori antifascisti stanno vacillando? Il mondo è impazzito? Si era detto: “Mai più guerra”. E invece? Il pensiero fascista divaga. Fascista è il pensiero unico, imposto o indotto. Se un secolo fa l’adagio era “credere, obbedire, combattere”; ora è diventato “credere, obbedire e spendere”. Lo sappiamo tutti: le guerre si fanno per interesse, lo sterminio si fa per tornaconto, la natura si distrugge per guadagno».