“Bajardo rabdomante”, il guru Labolani chiama a raccolta i suoi seguaci

10 aprile 2024 | 20:21
Share0
“Bajardo rabdomante”, il guru Labolani chiama a raccolta i suoi seguaci

Sabato 13 aprile un raduno nel borgo montano dell’entroterra matuziano

Bajardo. Nel borgo montano dell’entroterra matuziano si radunano i rabdomanti per insegnare la loro pratica. Il rabdomante, figura al limite del folkloristico presente nelle tradizioni popolari sin dal terzo millennio avanti Cristo, va in cerca dell’acqua sotterranea con il suo classico bastone a forma di “Y” quando non un pendolo. La tecnica della rabdomanzia non ha alcun fondamento scientifico.

Non è la prima volta che questa tradizione millenaria passa per Bajardo. Già nell’estate del 2022, particolarmente siccitosa, il Comune aveva assoldato a pagamento quello che nei documenti dell’ente veniva definito un “sensitivo agricolo”. Alla fine, non dopo qualche polemica per l’utilizzo di soldi pubblici per pratiche non proprio ortodosse, il sindaco Remo Moraglia aveva tolto il compenso al rabdomante (poche centinaia di euro) per poi averlo fatto venire a titolo gratuito. Non è chiaro se nel baiocco abbia trovato acqua o meno.

Il sensitivo in questione vanta comunque diversi successi i diversi Comuni dell’entroterra ponentino. Lui è Renato Labolani, di Apricale, che si definisce “rabdomante sensitivo” e che promette di localizzare vene acquifere e di rilevare nodi “geopatogeni”, chiamati “Nodi di Hartmann”.

Ed è proprio attorno Labolani che sono chiamati a raccolta i suoi “colleghi” ed aspiranti tali a Bajardo: «Aspiranti rabdomanti (circa cinquanta fra uomini e donne provenienti da Liguria, Piemonte e Lombardia) si riuniranno sul territorio di Bajardo sabato 13 aprile per una prova pratica tenuta da Renato Labolani, fondatore di una scuola di rabdomanzia totalmente gratuitasi legge in una nota stampaLa giornata si svolgerà interamente all’aperto per permettere ai partecipanti di sperimentare le pratiche di ricerca acquifera apprese nel corso teorico svoltosi ad Apricale nello scorso mese. Renato Labolani , originario proprio di Apricale, è noto per aver collaborato con diversi Comuni alla ricerca di falde acquifere, così importanti per l’esigenza di reperire risorse idriche in questo periodo storico di cambiamento climatico e di lunghi periodi siccitosi. Il Comune di Bajardo ha già usufruito della collaborazione di Labolani e del suo prezioso pendolino per la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento dell’acqua. Fonti regolarmente individuate che hanno poi avuto la totale conferma da ricerche geologiche successive».

Quando Labolani era stato “assunto” dal Comune di Bajardo, la decisione era stata contestata anche dal Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) che tra i soci fondatori trova il compianto giornalista divulgativo Piero Angela, che in essenza aveva sottolineato come la pratica non aveva nessun fondamento scientifico.

«La rabdomanzia è un’arte divinatoria, diffusa sin dal III millennio a.C., che non ha alcuna efficacia dimostrata, a differenza di discipline attendibili come l’idrogeologia. Il CICAP, nel corso degli anni, ha esaminato in ogni occasione possibile l’opera dei rabdomanti: tutti gli esperimenti condotti in merito hanno dato esito negativo. Ogni tentativo di dimostrare le tesi dei rabdomanti in condizioni di rigoroso controllo scientifico è fallito: chiamati a spiegare il proprio operato, i sensitivi hanno sempre addotto problemi di influenze esterne presenti sul terreno d’indagine» aveva scritto in un comunicato del’ Cicap.