Arena Sanremo, tutti i dubbi dei tecnici
Chiusa la conferenza dei servizi preliminare relativa allo studio di fattibilità presentato dalla Sanremese Calcio
Sanremo. Documentazione “vaga”, spazi commerciali “notevolmente eccedenti” le finalità sportive, fabbisogno di parcheggi e impatto sulla viabilità entrambi sottostimati, assenza di uno studio sull’inquinamento visivo e il nodo di un rio intorno al quale non si potrebbe costruire. Sono questi, in estrema sintesi, i rilievi formulati dagli enti pubblici riuniti nella conferenza dei servizi preliminare convocata a Palazzo Bellevue per dare una valutazione di massima al progetto di “Arena” per la riqualificazione integrale dello stadio comunale. Un maxi investimento promosso dalla Sanremese Calcio, il cui valore è stimato in oltre cento milioni di euro provenienti da capitali interamente privati.
I pareri, rilasciati da soli 9 enti su quasi una trentina di quelli interpellati, sono stati pubblicati nei giorni scorsi alla chiusura della conferenza dei servizi preliminare che era stata avviata il 22 dicembre 2023, in forma semplificata e asincrona. Una modalità contestata dalla Sanremese Calcio anche attraverso un ricorso al Tar della Liguria. Il sodalizio matuziano ha più volte rimarcato la propria posizione: stando alla normativa Stadi, il “pubblico interesse” dovrebbe essere concesso preventivamente allo sviluppo dettagliato degli aspetti urbanistici e architettonici del progetto.
Il 23 dicembre del 2023 è la Soprintendenza alle Belle Arti di Imperia a esprimere il primo parere: “Sulla base di quanto sommariamente rappresentato all’interno del documento di fattibilità…”, – si legge nella missiva – la realizzazione della “struttura sembrerebbe risultare preminente nel contesto e mancano valutazioni circa la collocazione dei parcheggi a livello strada, circa l’impatto sulla viabilità sia a livello locale che a livello urbano, nonché un’indicazione riguardante l’impatto luminoso della struttura nelle visuali notturne e degli accorgimenti da adottare per una sua mitigazione, considerata la collocazione dell’impianto all’interno del centro abitato”.
Il 23 gennaio è il servizio Vincoli idrogeologici e difesa del suolo di Regione Liguria, con nota a firma del geologo Fulvio Franco, a riscontrare la richiesta di parere proveniente dal responsabile unico del procedimento, l’ingegner Danilo Burastero. “Allo stato attuale rispetto alle problematiche idro-geo-morfologiche non si ravvisano particolari problemi ostativi alla realizzazione dell’intervento che dovrà chiaramente essere redatto ai sensi delle Norme Geologiche del PUC i necessari approfondimenti di carattere geologico e geotecnico”.
Segue il parere del servizio Pianificazione territoriale e Urbanistica del municipio, posto sotto la direzione dell’ingegner Gian Battista Miceli. Il dirigente comunale segnala il 31 gennaio scorso come lo studio di fattibilità dell’alternativa 1 di progetto (quella più impattante, che ipotizza un’arena da 13 mila posti per partite di calcio, eventi e concerti), “abbia trattato in maniera molto vaga la realizzazione degli esercizi commerciali (per una superficie di oltre 10 mila metri quadrati, ndr), gli stessi appaiono notevolmente eccedenti le reali necessità funzionali della struttura, travalicando lo spirito della norma. Pertanto, ai fini della compatibilità urbanistica dell’intervento, le parti commerciali dovranno essere notevolmente ridotte e finalizzate al solo utilizzo del servizio in sé e prive, dunque, di autonomia funzionale, nei limiti, come già detto, degli esercizi di vicinato (tenuto conto delle definizioni di cui alla L.R. 1/2007 e ss.mm.ii.) e degli esercizi di somministrazione”.
Il 7 febbraio 2024 arriva il contributo del settore Difesa del suolo di Regione Liguria: “L’intervento consiste nella riqualificazione architettonica, funzionale, paesaggistica ed energetica dell’area comprendente gli edifici dello Stadio comunale di Sanremo, le ex scuderie di Villa del Sole adiacenti e gli spazi verdi e aperti compresi nei lotti d’intervento”, – specifica il funzionario Chiara Messori -. “L’area di che trattasi è interessata dal tratto tombato del rio Val d’Olivi, corso d’acqua che non risulta indagato da studi idraulici di Piano di Bacino che individuino eventuali fasce inondabili sulle are perifluviali. Rispetto al citato corso d’acqua vigono i vincoli idraulici relativi alla fascia di inedificabilità assoluta di cui all’art.4 del R.R. 3/2011 (fascia di 10 mt.) ed alla fascia di rispetto di cui all’art.8 delle norme del Piano di Bacino del Sanremese (fascia di 40 mt). In sede autorizzativa degli interventi a progetto, in relazione alla fascia di inedificabilità, il Comune dovrà valutare preventivamente l’ammissibilità delle opere ivi ricadenti, sotto il profilo urbanistico-edilizio”.
Infine, è datato 6 marzo l’ultimo parere depositato in ordine di tempo, a firma del consulente incaricato dal Comune di analizzare gli aspetti economici-finanziari del progetto, Marco Rossi. Per il perito il piano economico finanziario dei promotori non “presenta l’analisi di alcune dimensioni rilevanti, attinenti al profilo finanziario e patrimoniale, che sono fondamentali ed ineludibili (secondo la prassi corrente) per la migliore valutazione/verifica della sostenibilità del progetto; tale carenza non consente la rappresentazione e determinazione di alcuni indici ed indicatori (come il DSCR) particolarmente rilevanti per comprendere gli effetti delle dinamiche attese; il PEF non fornisce una chiara indicazione delle assumption che determinano lo sviluppo delle grandezze riportate nell’ambito delle elaborazioni effettuate; il PEF riporta i costi operativi in modo eccessivamente sintetico senza una classificazione per natura e senza una specificazione delle determinanti che ne giustificano la consistenza; il PEF riporta fino al 2030 uno sviluppo annuale delle grandezze per poi procedere ad uno sviluppo decennale fino al 2110 e chiudere con le indicazioni afferenti l’esercizio 2123”.
Inoltre, il consulente dell’ente locale accende un faro sulla durata della concessione prevista in 99 anni, giudicata “eccessivamente lunga”, e sull’individuazione delle aree di parcheggio e interscambio ipotizzate nello studio di fattibilità e che dovrebbero essere ricondotte “interamente all’interno dell’area dell’intervento” e non all’esterno della stessa: “La soluzione proposta del DOC.F.A.P. di distribuire la necessità di parcheggi in varie zone della città di Sanremo (Strada Tre Ponti, Area Mercato dei Fiori, Park F.S. Taggia) non la si ritiene condivisibile in quanto andrebbe a occupare dei parcheggi già ora necessari per altre esigenze, considerato il fatto che questi parcheggi verrebbero occupati per n. 40 eventi l’anno nel periodo primavera-estate, quello con maggiore afflusso di turisti. Anche la previsione di utilizzo di n. 1.000 parcheggi presso il mercato dei Fiori si ritiene di difficile attuazione considerato il fatto che l’attuale concessionario non ha dato tale disponibilità neppure per le manifestazioni comunali (ad esempio per il Festival di Sanremo).”, – conclude Rossi -.