A Ospedaletti riscoppia il caso Bella Ciao, l’Amministrazione la vieta

26 aprile 2024 | 16:56
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A Ospedaletti riscoppia il caso Bella Ciao, l’Amministrazione la vieta

La presidente dell’Anpi: «Offensivo e irrispettoso. Sensibilizzeremo il Comune»

Ospedaletti. L’Amministrazione Cimiotti vieta di intonare Bella Ciao il giorno della Liberazione, scoppia il caso a Ospedaletti. A confermare il “diktat” proveniente dal Comune della città delle rose è il direttore dalla Banda filarmonica di Ventimiglia, Franco Cocco, che ieri ha eliminato dalla scaletta il canto popolare della Resistenza italiana su richiesta dell’assessore alle Manifestazioni Giacomo De Vai. «Non l’abbiamo eseguita perché l’Amministrazione comunale non voleva inciampare su idee politiche, disguidi e discussioni», – spiega il direttore d’orchestra -.

Non è la prima volta che il 25 aprile a Ospedaletti la banda incaricata dal municipio non esegue Bella Ciao su espressa indicazione della giunta municipale. In particolare – conferma l’assessore De Vai, raggiunto telefonicamente -, Bella Ciao non viene più eseguita a Ospedaletti dall’insediamento a sindaco dell’attuale primo cittadino Daniele Cimiotti.

Ieri, però, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E la notizia non ci ha messo molto ad arrivare all’orecchio della presidente dell’Anpi di Sanremo Amelia Narciso. «Mi chiedo se stiamo giocando o stiamo facendo le persone serie. Se consideriamo divisivi il canto Fischia il Vento, scritto da una medaglia d’oro al valor militare di Imperia, Felice Cascione, e Bella Ciao, canzone storica internazionale, cantata da tutti i popoli sotto dittatura, allora a Ospedaletti hanno un serio problema.  Sembra sentir parlare quelli che filosofeggiano sul sesso degli angeli».

«Non ci sono motivazioni valide per chiedere a un direttore di non eseguire Bella Ciao. E’ quasi offensivo. Ed è divisivo considerarlo un canto di parte. Mi attiverò per far sì che anche a Ospedaletti si crei una base dell’Anpi per sensibilizzare gli amministratori pubblici che evidentemente stanno gestendo le cose in maniera personale e ideologica», – conclude Narciso -.