Santa Maria Maddalena del bosco e i maddalenanti: la tradizione dal 1716

17 marzo 2024 | 08:56
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Santa Maria Maddalena del bosco e i maddalenanti: la tradizione dal 1716
Santa Maria Maddalena del bosco e i maddalenanti: la tradizione dal 1716
Santa Maria Maddalena del bosco e i maddalenanti: la tradizione dal 1716

L’evento, non del tutto sacro e non del tutto profano, è una delle trazioni maggiormente radicate nella cultura tabiese

Taggia. Il culto di Santa Maria Maddalena è una realtà che si pone tra il sacro e profano della religione e che spesso lascia campo libero a storie, avvistamenti e ritrovamenti che risalgono a secoli lontani, di cui le uniche fonti certe ad oggi, sono i Vangeli. Quattro sono quelli che conosciamo ma erano molti di più i vangeli scritti per narrare le cronache ai tempi di Gesù e, in quelli non “scelti”, ve ne erano molti dove Maria Maddalena non era descritta come la meretrice che trovò la fede in seguito all’incontro con il “Salvatore”. Sono almeno tre le versioni sulla donna: come sorella di Marta e Lazzaro che cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, come la donna che sarebbe stata compagna nella vita di Gesù e infine come Maria di Magdala dalla quale erano usciti “sette demoni” e che divenne poi una discepola.

Quando fuggì dalla “Terra Santa” Maddalena, secondo quanto ci dice la storia, riparò in Europa e passò gli ultimi dei suoi giorni in Francia nella grotta della Sainte Baume. Ma tracce della sua presenza sarebbero state ritrovate anche in Valle Argentina, dove, secondo le leggenda, trascorse un periodo all’interno di una grotta sulle alture nascoste dal bosco. Qui nel primo secolo d.C. i monaci Benedettini di regola Cistercense edificarono un santuario. Se la Maddalena sia realmente passata o abbia trascorso parte dei suoi ultimi anni nella zona non è sicuro, quel che è sicuro è che il suo culto è radicato e sentito nella cultura tabiese e che il 2 luglio 1716, con la stesura di un atto, nacque la “Compagnia di Santa Maddalena del bosco” che oggi è ancora attiva e continua la tradizione. Primo compito dei maddalenanti è di continuare a celebrare la messa per i confratelli scomparsi, finché ne rimarrà almeno uno. Seconda regola il mantenimento della chiesa campestre e il rispetto delle regole è affidato ad un Contestabile che viene eletto ogni anno. Dal 1936 venne introdotta anche la figura della Contestabilessa.

Da secoli la cerimonia, che si tiene a fine luglio, inizia con la messa di prima mattina, la visita al cimitero ai confratelli defunti, il raduno con i cavalli e la partenza verso l’eremo, che si riesce a raggiungere solo insieme a chi vuole donarti il privilegio di poterlo visitare.

L’evento, non del tutto sacro e non del tutto profano, è una delle trazioni maggiormente radicate nella cultura tabiese e “i Maddalenanti” iniziano proprio in queste settimane i preparativi per la grande festa d’estate. Adiacente la piccola chiesa, in quelle che originariamente si pensa fossero le celle dei monaci, è stato allestito un museo con i cimeli della confraternita ed altri ancora più antichi. Pochi metri al di sotto dell’eremo si estende un “percorso” che consiste nel passaggio all’interno di una grotta che pare abbia il dono di portare prosperità e fecondità.

Nell’edificio principale e intorno all’eremo sono presenti segni dei Templari. Alcuni visibili altri meno, come gli affreschi all’interno della cappella che a seguito di “ristrutturazioni” sono stati coperti da strati di calce. Nel lato destro della chiesa un affresco raffigura l’Arcangelo Michele come giudice pensatore che reca nella mano sinistra una bilancia e in quella destra trafigge con una lancia un leone: una immagine iconografica assolutamente unica e che richiama, ancora una volta, la simbologia templare.

Avanti uniti e forti saliamo all’erta di questi monti, corriamo allegri con cuor contento là dove regna il divertimento” questa è la prima strofa del “canto della Maddalena” che anche quest’anno, dopo 308 anni vedrà i maddalenanti tornare a celebrare il proprio culto nella grande festa d’estate.