Ospedaletti e le serrande abbassate, Boeri: «La crisi del commercio va affrontata con un piano»
Il candidato sindaco della lista civica Ospedaletti Rinasce: «Cimiotti non è il padrone del paese. Consultare la cittadinanza»
Ospedaletti. «Il problema delle attività chiuse va affrontato con un piano commerciale che non c’è e che non è stato fatto neanche dalle precedenti amministrazioni. L’articolo apparso qualche giorno fa sulle testate giornalistiche, relativo alla trattativa del Comune per il presunto acquisto di immobili con finalità di ricollocazione della farmacia comunale, ci lascia interdetti non capendo la bontà dell’operazione proposta dall’attuale primo cittadino Daniele Cimiotti, che, tra l’altro, è pure in scadenza di mandato». A dichiararlo è Giorgio Boeri, candidato sindaco alle elezioni amministrative di giugno per la lista civica Ospedaletti Rinasce.
«Tralasciando l’aspetto giuridico che si suppone sia stato trattato dagli organi di competenza del Comune, in virtù della necessità che tali scelte debbano rispettare le regole della finanza pubblica, l’utilità dell’acquisto di quegli immobili va valutata a fronte di quelli disponibili che potrebbero soddisfare le caratteristiche necessarie ai servizi. L’iter condotto deve rispettare i principi di trasparenza nonché procedure concorrenziali e ci pare poco calzante la cura proposta dall’attuale giunta in ragione della crisi inerente alle attività commerciali».
«A tal proposito, in merito alle chiusure delle attività commerciali, in questi anni la minoranza attuale non si è mai fatta carico di proporre un qualsiasi piano commerciale. Anzi chiedete se si siano mai preoccupati di informarsi circa la situazione del commercio presso i diretti interessati», – prosegue Boeri -. «Altra questione è l’arroganza che questa Amministrazione dimostra nei propri atti ancora una volta. Infatti, il problema principale è sempre lo stesso: la mancanza di comunicazione preventiva ovvero la consultazione con la cittadinanza prima di deliberare. Il sindaco non è il padrone che gestisce il potere con una squadra di vassalli all’interno del castello e fuori la plebe che aspetta di conoscere il proprio destino! Parliamo di “res pubblica” cioè “cosa pubblica” e quindi atti a disposizione di tutti i cittadini ed il sindaco è stato eletto per servire con lo spirito del buon padre di famiglia con la quale egli parla e si consulta».
«Tornando alle denunce di “comodo elettorale” manifestate dalla consigliera Lugarà, la nostra opinione è che spostare la farmacia in via Roma non sia la migliore soluzione dal punto di vista della qualità del servizio ad esempio carenza di parcheggi e strada in salita. Esistono altre realtà da considerare più rispondenti viste le fin troppe alternative disponibili a causa di cessate attività commerciali. Detto questo, lo spostamento di un servizio come la farmacia implica disagi ed ha tutte le ragioni del mondo chi evidenzia la scarsa attenzione verso gli anziani e i disabili ed è una sensibilità che manca totalmente come più volte negli anni ho sottolineato nei miei post su “Se fossi Sindaco di Ospedaletti”, un’attenzione che non ho mai visto né sentito nemmeno nelle azioni della minoranza consigliare in questi ultimi 5 anni».
«Scusate ma devo dirlo, non perché io sia candidato sindaco, ma perché ho sempre espresso un forte attaccamento al mio Paese ed alla gente cui appartengo. E mi fa male sentire sempre parlare di questioni immobiliari, affari e non di comunità e di benessere per la collettività. Proporre prima di decidere è questa la chiave democratica che fa la differenza. La lista “Ospedaletti Rinasce” della quale mi onoro di far parte in qualità di candidato sindaco – conclude Boeri – , dopo aver analizzato le affermazioni della minoranza consigliare in merito alle operazioni immobiliari dell’attuale amministrazione, esprime tutte le perplessità pur non potendo verificare a fondo l’iter seguito. Infatti, è da verificare quanto siano stati rispettati i principi generali per l’acquisto degli immobili. Come rimarcato a più riprese dalla Corte dei Conti, nel rispetto di quanto previsto dagli art. 81,97 e 119 Cost., oltre che dall’art.1, comma 1, della legge n. 241/1990, è necessario, pertanto, che il Comune svolga e dia atto di un’approfondita istruttoria, documentando la ragionevolezza e l’utilità dell’acquisto di un bene immobile, in relazione ai beni di cui già dispone, alla finalità pubblica perseguita e ai costi e benefici dell’operazione. Senza considerare che le operazioni che comportano acquisti o vendite soggiacciono alla procedura dell’evidenza pubblica. La normativa sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilità dello Stato devono essere preceduta da una procedura evidenziale, salvo ipotesi eccezionali. Forse l’amministrazione dovrebbe comunicare le specifiche seguite per il suddetto iter delle pratiche deliberate. Infine è da considerare l’elemento dell’opportunità politica che non è banale: investimenti consistenti a fine mandato possono compromettere l’attività e l’operato della futura amministrazione della nostra comunità.
Ribadiamo: Proporre prima di decidere è questa la chiave democratica che fa la differenza».