Nuove dipendenza da social media, il dottor Mollica dell’Asl1: «Adolescenti i più fragili»

13 marzo 2024 | 06:56
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Nuove dipendenza da social media, il dottor Mollica dell’Asl1: «Adolescenti i più fragili»

I ser.D (Servizio dipendenze ) hanno in carico 1800 pazienti e di questi circa sono 400 sono all’interno dell’unità operativa di alcologia

Imperia. Alcool ecannabinoidi cocaina e uso di eroina nella fascia d’età dai quaranta fino ai cinquant’anni. Ma anche le dipendenze causate dall’uso e abuso della tecnologia, la dipendenza dai social media che dilaga trai giovanissimi. La pandemia ha aperto un divario tra vecchi e nuove dipendenze e dopo il periodo del lockdown si sono create nuove forme di assuefazione soprattutto quelle ai social media. A farne le spese gli adolescenti che non riuscendo molte volte a catalizzare il dolore esprimono il proprio disagio con l’autolesionismo.

« Complessivamente – spiega Marco Mollica, direttore del Dipartimento salute mentale e dipendenze dell’Asl1- i ser.D (Servizio dipendenze ) hanno in carico 1800 pazienti e di questi circa sono 400 sono all’interno dell’unità operativa di alcologia stiamo parlando di dati riferiti a tutte e tre le sedi. Le prestazioni sono aumentate del 20% circa nonostante la carenza di personale all’interno del Ser.D e questo significa che, come le altre strutture del dipartimento, non ci sono solo medici ma lavorano anche altre figure».

«Il periodo del covid- prosegue il dottor Mollica- è stata una vera e propria pandemia non solo a livello infettivologico ma anche a livello socio- sanitario dove le patologie che hanno raggiunto il massimo delle incidenze, sono state quelle di interesse psichiatrico e gli accessi sono più che raddoppiati dopo il covid. Questo si può spiegare in base a due motivi, il primo una sorta di rimbalzo dopo le chiusure del lockdown che aveva precluso l’accesso a tutti i servizi, il secondo che il lockdown ha favorito o meglio ha fatto emergere la piscopatologia in generale dei disturbi e dei comportamenti di abuso, di vecchie ma anche nuove dipendenze come se si fosse trattato una formazione reattiva una automedicazione anche per reagire a tutto quello che ha comportato il covid. Si ha avuto un incremento delle patologie psichiatriche in generale ma soprattutto le dipendenze si sono accentuate vuoi per minore disponibilità di circolazione delle stesse vuoi per la minore possibilità di accedere ai servizi».

«Per quanto riguarda le fasce d’età- osserva il dottor Mollica-  tutti i pazienti in carico hanno risentito negativamente della chiusura legata ai problemi emersi durante le restrizioni del covid però certamente i soggetti più colpiti sono stati quelli della fascia di transizione, il periodo di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Gli adolescenti sono stati i più esposti al disagio legato anche al periodo della chiusura totale delle attività ricreative.  Questo periodo che ora abbiamo superato ha generato una nuova popolazione di pazienti. Soprattutto sono aumentate quelli che vengono chiamate “dipendenze digitali”  cioè dove ritroviamo diversi comportamenti di abuso che vanno dal gioco di azzardo alla dipendenza da scommessa in generale, fino all’uso patologico dei social media aumentato all’interno della cerchia degli adolescenti. Ma non solo, sono emersi anche comportamenti a rischio, devianti, auto lesivi, NSSI (Non Suicidal Self Injury) che sono tutte condotte a rischio autolesivo che possono caratterizzare l’adolescenza e dove il corpo diventa il luogo della perdita del controllo degli impulsi».

«La pandemia covid ha di fatto fatto emergere questa nuova forma di dipendenze comportamentali che non sono necessariamente l’uso di sostanze. L’altra patologia che è aumentata ma è esponenziale durante la pandemia è stata quella dei disturbi alimentari. Questo tipo di condotte, in eccesso la bulimia e in difetto l’anoressia, è aumentato e per quanto riguarda le dipendenze a cui ci si riferisce al Se.D  sono aumentati i comportamenti da abbuffata, da alcolici e superalcolici. Sempre più diffusa moda tra i giovani del binge drinking, i cosiddetti chupiti».

I dati dell’Asl1 dei pazienti in cura al Ser.D

Nel 2018  i pazienti in cura presso le tre sedi del Ser.D, che comprende il distretto Ventimigliese con sede a Bordighera, quello Sanremese a Bussana ed Imperiese di via Nizza, erano 841 mentre nel 2023 sono state 985.

Dal 2020 fino al 2023 i numeri di pazienti presi in cura al Ser.D sono in aumentati ( con una pausa durante il periodo del lockdown dove si registra un calo da 924  a 887 nel 2021). Ma sono destinati a risalire subito dopo la fine delle restrizioni dove i pazienti presi in carico sono da 950 del 2022 a 985 nel 2023.

Nello specifico, secondo i dati dell’Asl1 dei pazienti in cura al Ser.D, nei giovani in fascia d’età compresa dai 15 ai 19 anni si sono registrati nel 2021, 2 casi per abuso di alcool e 7 per il consumo di cannabinoidi mentre nella popolazione dai 20 ai 29 anni, nove per uso di sostanze alcoliche, 43 per cannabinoidi, sedici per cocaina e dieci per eroina. E proprio quest’ultima negli ultimi due anni, ha avuto un ritorno nella fascia d’età che va dai 30 ai 50 anni: in particolare nei giovani adulti dai 30 ai 39 anni, quarantacinque erano in cura nei distretti dell’Asl1, e 169 invece gli adulti che ne facevano uso in età dai 40 ai 49 anni.

L’anno successivo, il 2022, sempre per quanto riguarda l’abuso di eroina nella fascia dei 30 ai 39, quarantuno i pazienti in cura e diminuiscono da 169 a 159 nella fascia di età che va dai 40 ai 49 anni mentre rimane invariato dal 2021 al 2022 il numero dei giovani in cura per l’abuso di alcool.

Il 2023, l’anno che si è appena concluso, registra, invece, una lieve diminuzione dei pazienti nella fascia d’età compresa dai 20 ai 29 per quanto riguarda l’abuso di cannabinoidi, che da 43 nel 2022 scendono a 36 mentre  la categoria che comprende i pazienti dai 40 ai 49 anni in cura per uso di eroina che da 159 del 2022 scendono a 144.