Mercato immobiliare: in provincia lieve calo le compravendite e aumento degli affitti brevi
Esaminando il lato del trend del mercato nei prossimi mesi ci si può aspettare ancora una lieve flessione dei volumi di compravendita ma con prezzi stabili
Imperia. Nonostante le compravendite siano sensibilmente diminuite dopo il picco del 2021-2022 del post covid, i prezzi hanno tenuto nonostante l’inflazione ma grazie anche ai turisti stranieri, soprattutto del nord-europa ma anche francesi che alla Costa Azzura prediligono la provincia di Imperia e il suo immediato entroterra. Parola di Davide Perrera, presidente provinciale Fiaiap (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) che questa mattina nella sede di Confindustria ha illustrato i dati del 2023 che si è appena concluso.
«La situazione della provincia di Imperia- spiega Davide Perrera, presidente provinciale della Fiaip- non è negativa. Abbiamo avuto, durante il corso del 2023, una buona tenuta nel senso che nonostante le compravendite siano sensibilmente diminuite dopo il picco del 2021-2022 del post covid, i prezzi hanno tenuto, sono stabili, anzi in qualche caso sono anche in lieve aumento e quindi, per quanto riguarda i prezzi siamo soddisfatti. Chiaramente la diminuzione è anche dovuta alla crisi internazionale, all’aumento del tasso di inflazione e di conseguenza l’aumento dei tassi dei mutui che hanno reso non mutuabili dei soggetto che prima invece lo erano e ha escluso la possibilità di acquisto a questi soggetti. Per quanto riguarda il mercato dei prezzi c’è stata una tenuta, chiaramente nella molta differenziazione che c’è nel territorio provinciale imperiese che va dalle comunità montane con valori bassi a quelli di punta che sono le località turistiche più famose».
«Per quanto riguarda le seconde case – conclude Perrera- la maggioranza è sempre italiana soprattutto del nord-ovest quindi piemontesi e lombardi ma sono aumentate le richieste dei turisti stranieri ci sono molti nordeuropei interessati alla nostra zona e anche francesi che si sono avvicinati ai nostri immobili non chiedendo più la costa francese della Costa Azzurra ma si spostano anche da noi con prezzi più appetibili ma forse anche per la tipologia di immobili che trovano qua anche nell’immediato entroterra nelle vicinanze del mare».
Esaminando il lato del trend del mercato nei prossimi mesi ci si può aspettare ancora una lieve flessione dei volumi di compravendita ma con prezzi stabili.
«Come a livello nazione- spiega Maurizio Agnesi responsabile di Monitor- così c’è stato un calo delle compravendite perché dopo il covid nel 2022 c’era stato un aumento proprio perché durante gli anni della pandemia si era stoppato il mercato immobiliare compensato con questa ripresa. Una cosa importante per quanto riguarda i cali è stato l’inflazione, dall’aumento dei tassi dei mutui. Per quanto riguarda l’affitto a lungo periodo e residenziale non si trovano né a livello nazionale né provinciale proprio perché chi non ha potuto comprare ovviamente si è riversato sul mercato dell’affitto però si trovava un muro nel senso che tutti stanno facendo un discorso di mettere a reddito il proprio appartamento con l’affitto casa-vacanze e quindi a breve periodo. Il mio consiglio sarebbe quello di incentivare a livello governativo di mettere a uso residenziale strutture come caserme e altri edifici proprio per mettere più offerta di immobili perché altrimenti la gente non sa più dove andare ad abitare ed è un grave problema sociale».
«C’è una crescita delle compravendite-Paolo Prato, presidente provinciale di Confedilizia- finalizzate ad alloggi da mettere a reddito per affitti brevi ad erogazioni turistiche. Questo senz’altro è uno dei problemi connesso alla crisi crisi abitativa ma per Confedilizia non è la causa diretta della crisi abitativa perché c’è una tendenza a comprare alloggi da mettere a vendita perché c’è una decrescente fiducia nel concludere contratti 4+4, 3+2, anche perché durante il covid non c’era la possibilità di far eseguire gli sfratti e quindi i proprietari delle case hanno perso fiducia nella gestione dello Stato centrale. Altre cause sono nella politica di gestione degli sfratti che dovrebbe essere senz’altro riformata dal centro perché è troppo lungo ottenere uno sfratto da parte dei proprietari. Per Confedilizia senz’altro la soluzione non è né colpire gli affitti brevi ma nell’incentivare gli affitti lunghi con una detassazione».