Le storie delle donne deportate a Ravensbrück, Ambra Laurenzi: «Solidarietà e coraggio all’interno del campo»

8 marzo 2024 | 12:27
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«Una solidarietà che indipendentemente dalla nazione di provenienza, dalla lingua e dal motivo della deportazione ha visto le donne essere davvero molto solidali le une verso le altre»

Imperia.  Storie tutte al femminile nella giornata dell’8 marzo dedicate alle donne deportate a Ravensbrück, il campo di concentramento più grande sul territorio nazista a pochi chilometri da Berlino in una conferenza all’Università di Imperia dove è stato presentato anche il libro “A volte sogniamo di essere libere. Il lavoro forzato alla Siemens nel lager femminine di Ravensbrück”. Ma storie anche di resistenza all’interno del campo di come le donne abbiamo boicottato il lavoro forzato a cui erano sottoposte, storie di solidarietà, di aiuto reciproco «nonostante le diverse nazionalità, dalla lingue e dal motivo della deportazione» ha spiegato Ambra Laurenzi, autrice del libro e presidente del Comitato Internazionale di Ravensbruck.

«Un convengo importante- commenta la Laurenzi perché si parla di donne, di donne deportate sottoposte al lavoro forzato. La deportazione femminile, di cui si sa molto poco, spesso è stata appiattita sulla deportazione maschile. Oggi parleremo del lavoro forzato femminile, alla Siemens, fabbrica elettromeccanica che ha sfruttato il lavoro femminile nel campo di Ravensbrück perché per lavorare su piccoli ingranaggi come la strumentazione per aerei o sommergibili occorrevano mani più piccole e per questo il lavoro delle donne è stato fondamentale ma la cosa più sorprendente per quanto riguarda il lavoro forzato è lo straordinario coraggio che molte donne hanno dimostrato rifiutando in qualche modo il loro essere al servizio dell’industria nazista boicottando e sabotando il lavoro. Molte donne lo hanno fatto a proprio rischio però dando prova di un grande coraggio e di una grande forza anche morale perché certamente non erano disposte a lavorare per il nemico, sapevano benissimo che le strumentazioni a cui stavano lavorando sarebbero andate a combattere nei loro paesi, sui loro concittadini e dunque hanno cercato in tutti i modi di boicottare».

«Un altro aspetto che emerge da questo libro e dallo studio della deportazione delle donne- conclude la Laurenzi- è il grande livello di solidarietà che si è realizzato all’interno del campo cosa che gli uomini stessi riconoscono non esserci stato nei loro campi. Una solidarietà che indipendentemente dalla nazione di provenienza, dalla lingua e dal motivo della deportazione ha visto le donne essere davvero molto solidali le une verso le altre. Il memoriale che si erge a Ravensbrück è un monumento di una donna che emaciata tiene tra le braccia un’altra donna, una sorta di pietà al femminile però un monumento bellissimo che restituisce questa forza e coraggio che le donne hanno saputo dimostrare e che dovremmo cercare di recuperare ai nostri giorni».

Un momento dedicato anche alla riflessione del mondo lavorativo femminile odierno grazie alla presenza della CGIL.

«La situazione delle donne in provincia di Imperia e nella regione Liguria – spiega Licia Cesarini della CGIL Savona- è estremamente variegata le donne vengono occupate principalmente nei settori dei servizi e per questo hanno dei rapporti di lavoro di tipo precario ed è una delle ragioni per cui la mia categoria FLC oggi fa sciopero contro il precariato e perché si abbiano dei salari dignitosi cosa che non avviene a causa in parte del precariato perché ancora non esiste la parità salariale nonostante ci siano diverse leggi che lo sanciscono».

«Le strategie della CGIL per la parità salariale- conclude- rientrano nello stabilizzare il più possibile il lavoro, di avere dei salari dignitosi e anche il rinnovo dei contratti collettivi nazionali che sono scaduti ma anche la lotta al lavoro nero che incide per quanto riguarda le donne immigrate che senza permessi di soggiorno vengono ricattate nel settore dell’agricoltura e del turismo che nelle nostre zone sono prevalenti»

«C’è da ringraziare per l’attività che svolge sempre l’Aned che lavora insieme Savona e Imperia- afferma il sindaco Claudio Scajola–  che tengono viva una memoria importante. Poi nell’occasione specifica è utile ricordare che la partecipazione delle donne alle tragedie del mondo è sempre stata molto forte e quindi è giusto anche ricordare come donne sono morte nei campi di sterminio ed era una iniziativa a cui non volevo mancare».

Imperia, convengo Ravensbruck 8 marzo 2024
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