Il jazz di Marta Montanaro e la storia di compositrici, poetesse, persone che l’hanno fatta a ritagliarsi uno spazio in un mondo di uomini

«Non perché sono donne, ma perché sono brave»
Imperia. Il jazz visto dal punto di vista di compositrici, di poetesse, di persone che l’hanno fatta a ritagliarsi uno spazio in un mondo di uomini. Questo sarà l’omaggio in musica alla Giornata Internazionale della Donna del teatro “Lo Spazio Vuoto” con Marta Montanaro e Max De Aloe, questa sera alle 21.15.
«Il mondo del jazz è notoriamente più maschile che femminile e il mio modo di essere femminista è studiare musica nel meglio che riesco. Già il fatto di esser lì e di fare un concerto per me è una piccola conquista» commenta Marta Montanaro, jazzista e filosofa che oggi, 8 marzo, esprimerà in musica storie e note di musiciste che hanno fatto la storia del jazz.
«Non mi piace parlare di “ismi”, di femminismo o di donna come entità: mi piacciono le singole poetesse, le scrittrici e le musiciste. Per la mia tesi di laurea ho scelto la figura di Marian McPartland, non perché è donna ma perché è brava e rappresenta un grandissimo esempio ed è riuscita ad affermarsi in un mondo super maschile come strumentista. Quello che a me interessa è racontare delle storie, appassionare, creare dei momenti di bellezza attraverso la musica e l’idea di far conoscere delle canzoni che magari sono famose in altre parti del mondo, per poterle esportare anche qui» commenta Marta.
Marta Montanaro è imperiese, ha iniziato da piccola lo studio del pianoforte classico per poi dedicarsi al jazz soprattutto in qualità di cantante. Dopo la laurea in Filosofia presso l’Università di Torino, e un percorso di formazione teatrale preso la scuola del Teatro Nazionale di Genova, si è iscritta al Conservatorio Paganini di Genova. Canta nel duo Ojalà con il pianista Francesco Negri e in duo con l’armonicista Max de Aloe. È stata ospite anche in formazioni con musicisti come Mike del Ferro, Jesper Bodilsen e Luca Falomi.