Femminicidi e violenza, i dati forniti dal Questore di Imperia: «Numeri che non si fermano»

8 marzo 2024 | 08:08
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«I motivi sono da ricercare in una cultura diffusa e consolidata che fa ritenere la donna un possesso»

Imperia. «Capire il malessere che può portare al gesto estremo di un uomo, fidanzato, marito o ad amico, di togliere la vita ad una donna. Numeri che non si fermano nonostante le riflessioni nate, in seguito al clamoroso omicidio di Giulia Cecchettin, femminicidio che ha scosso profondamente le coscienze» queste le parole del Questore di Imperia, Giuseppe Felice Peritore durante l’incontro sulla legalità avvenuto ad Imperia, mercoledì scorso alla presenza di 400 studenti.

La violenza sulle donne è stato uno dei temi affrontati per comprendere e far comprendere le origini di questo male, come sono cambiate le leggi in questi ultimi anni e come bisogna comportarsi in caso si fosse vittima di abusi.

«I dati della polizia criminale (a livello Nazionale) ci dicono che dall’1 al 31 gennaio 2024 già sono state registrate 8 vittime donne, 7 uccise in ambiti familiare affettivo per mano del partner o dell’ex partner. L’anno scoro le donne uccise sono state 118, di queste 96 in ambito familiare e 63 per mano del compagno o del marito. Quali sono le possibili cause di tale mattanza? Il fenomeno non conosce differenze per territorio, età, livello culturale. I motivi sono da ricercare In qualcosa di più profondo, in una cultura diffusa e consolidata che fa ritenere la donna un possesso della persona con cui intrattiene o ha intrattenuto un legame sentimentale» commenta il Questore.

Si parla quindi di diritto e di violenza, all’interno di una lentissima evoluzione che nel 1981 ha abrogato la rilevanza penale della “causa d’onore”, la commissione di un delitto perpetrato per salvaguardare l’onore proprio e della propria famiglia e successivamente anche quella del “matrimonio riparatore”. Solo nel 1996 si è riconosciuta la violenza sulla donna non come reato contro la morale ma contro la persona

«La legge precedente era diversa e prevedeva la norma del delitto d’onore o di uno stato d’ira, oltre al matrimonio riparatore, che rendeva non punibile la violenza carnale, definita fino al 1996 reato contro la morale e non contro la persona. Al primo caso di violenza bisogna rivolgersi all’ufficio di polizia per far interrompere questo processo. Lì ci sarà personale preparato che saprà dare risposte adeguate» ha concluso il Questore Peritore.