Al Casinò di Sanremo lo spettacolo “Mettici la mano” con Antonio Milo, Adriano Falivene e Elisabetta Mirra

14 marzo 2024 | 09:13
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Al Casinò di Sanremo lo spettacolo “Mettici la mano” con Antonio Milo, Adriano Falivene e Elisabetta Mirra

Appuntamento il 16 marzo alle 21

Sanremo. Ultimi posti disponibili per la piece di Maurizio De Giovanni “Mettici la mano” incentrata su alcuni dei personaggi cardini del ciclo del Commissario Ricciardi.
Sabato 16 marzo alle 21, ritroviamo Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra in scena rispettivamente nei panni del brigadiere Milone, di Femminiello e di Melina, impegnati in una riflessione sull’esistenza nel fragore della guerra.

La stagione teatrale continua con Savino Zaba il 23 marzo, il 3 aprile con “Magnifica Presenza” spettacolo di Ferzan Ozpetek in scena Serra Yilma, Tosca D’Aquino, Federico Cesari, e il 25 aprile con “Què sarà” e la partecipazione di Edy Angelillo, Paolo Triestino e Emanuele Barresi. Sempre presente la promozione studenti in galleria: biglietto a 5 euro per gruppi di dieci studenti con insegnante e biglietto a € 4 per gruppi di venti ragazzi con docenti.

Sabato 16 marzo alle 21: Mettici la Mano testo di Maurizio de Giovanni con Antonio Milo Adriano Falivene. Elisabetta Mirra per la regia di Alessandro D’Alatri Questo nuovo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella.

Troveremo la città di Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai
bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno
i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento.

La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il
dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di
riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere.

Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.