Imperia una storia lunga oltre 100 anni, oggi l’ultimo incontro tra curiosità e cambiamenti avvenuti in città
Si conclude un ciclo di conferenze sulla storia della città nel suo primo centenario. Un viaggio attraverso l’archeologia, storia, notizie dagli archivi e tante altre curiosità.
Imperia. Una storia centenaria racchiusa in un ciclo di incontri organizzata dall’Archivio di Stato di Imperia, per raccontare l’ultimo secolo di Imperia dall’unificazione fino ai giorni nostri. Un viaggio attraverso l’archeologia, storia, notizie dagli archivi e tante altre curiosità che con l’incontro di oggi si avvia alla conclusione.
«Complessivamente è stata una bella iniziativa- racconta Luigi Devoti, direttore dell’Archivio di Stato di Imperia- l’ho seguita in parte, è stato grazie al mio collaboratore il dottor Stefano Pirero che attualmente non è più in servizio dalla fine di dicembre 2023, che si è realizzata questa iniziativa molto importante perché ha permesso di comprendere i vari aspetti territoriali legati al territorio di Imperia, al periodo dell’unificazione del 1923. Si sono affrontati vari aspetti legati al territorio di Imperia, siamo partiti dal periodo antico prima dell’unificazione con tutti i problemi legati ai Comuni e poi si è proseguito gradualmente fino ad arrivare al periodo dell’unificazione. È stato interessante perché abbiamo accorpato molti studiosi che ci hanno dato un’idea molto precisa del territorio, spero che questa iniziativa si possa proporre anche successivamente per i tanti aspetti legati ad Imperia ma non solo. Verrà pubblicato un volume con tutti gli atti del convegno che vedrà la luce a giugno».
«Partiamo dalla considerazione principale- spiega Stefano Pirero, curatore scientifico dell’Archivio di Stato di Imperia fino a dicembre 2023- stiamo celebrando un centenario, però come ha ricordato il sindaco è un centenario dal punto di vista dell’Istituzione perché il Comune di Imperia è una realtà che racchiude al suo interno le storie anche millenarie degli undici ex Comuni che nel 1923 vennero soppressi per formare questa nuova realtà istituzionale. Per racchiudere, offrire una serie di conferenze che avessero per oggetto solo e soltanto i 100 anni di storia istituzionale fosse riduttivo e ho sposato anche non sapendolo l0idea del sindaco cercando di coinvolgere a chiamata, perché il tempo era poco, tutta una serie di studiosi che lavorano, pubblicano e studiano in discipline che sono sorelle tra di loro perché hanno a che fare con la storia del comprensorio imperiese ma che potessero offrire analisi, temi ed argomenti che in qualche modo andassero ad approfondire la storia imperiese sotto diversi punti di vista, attraverso la lente di tante discipline storiche diverse, per esempio l’archeologia, storia economica, politica, dell’arte, la storia archivistica. Una seri di nomi, contributi e relatori, tanti alla fine erano 21 che hanno offerto un aggiornamento storico di alcuni temi specifici della storia imperiese».
Una storia che passa anche attraverso la curiosità degli studiosi che, come nel caso di Gabriella Stabile Re,è andata alla ricerca degli arredi della vecchia chiesa di San Maurizio: che fine hanno fatto dopo la ricostruzione?
«Il mio argomento- spiega Gabriella Stabile Re– si riallaccia ad un’attività che ho svolto all’Istituto Internazionale Studi Liguri negli anni ’90 ossia degli scavi nella vecchia chiesa di San Maurizio. Dal lavoro dello scavo mi sono riallacciata ad un argomento non molto conosciuto. Quando la vecchia chiesa è stata chiusa , è stato deciso di demolirla ma prima sono stati portati via gli arredi e sistemati nella nuova collegiata ma essendo in stile neoclassico la vecchia barocco e gli arredi vecchi non potevano stare un edificio neo classico e si sono trovati destinazioni diverse. Mi ha incuriosito dove sono andati a finire questi arredi, alcuni sono finiti anche a Nizza».
Cento anni che si vedono anche nei cambiamenti dei quartieri storici anche a causa del terremoto del 1887.
«Con le conferenze per celebrare i cento anni di Imperia- spiega Alessandro Giacobbe, storico locale- siamo giunti ad una giornata molto interessante. Ho scelto di parlare di un argomento poco noto, ossia le trasformazioni volute e non del tutte realizzate della marina di Porto Maurizio, borgo marino molto importante. Voglio aprire anche la prospettiva di questo ambito territoriale con la rilevazione della temperia dei tempi uno stile che era quello di sventrare, abbattere e cambiare e questo è stato fatto solo in parte anche se ci sono state demolizioni dolorose. Si faceva questo perché c’era una volontà positivista da rivoluzione industriale da realizzare e mettere in ordine».
«Il terremoto del 23 febbraio del 1887 – spiega Fulvio Cervini- segna un punto di non ritorno nello studio e nella percezione di questo patrimonio. Il primo grande terremoto che affronta l’Italia unita e quello ad avere un grande eco mediatico perché viene molto fotografato, descritto e raccontato anche perché il ponente ligure era sull’orizzonte di attesa di tutta Europa e del mondo grazie ad una notorietà legata dal turismo e dalla bellezza di questi luoghi».