Sanremo, da Pian di Nave si alza il grido “Palestina libera”

20 gennaio 2024 | 17:05
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La manifestazione è stata organizzata dal Comitato Palestina Sanremo che si è formato intorno al Centro Culturale Islamico di Al-Hidayah per la pace pro Gaza, per gridare a gran voce stop alla guerra con Israele

Sanremo. C’erano più di 100 persone, oggi pomeriggio a piazzale Pian di Nave, per testimoniare la loro vicinanza e solidarietà con il popolo palestinese e gli abitanti della striscia di Gaza, martoriata dagli attacchi dell’esercito israeliano, furioso dopo gli attacchi terroristici di Hamas. La manifestazione è stata organizzata dal Comitato Palestina Sanremo che si è formato intorno al Centro Culturale Islamico di Al-Hidayah per la pace pro Gaza, per gridare a gran voce stop alla guerra con Israele.

Tante le bandiere palestinesi, tanti gli slogan contro la guerra. Dal palco ha preso la parola Hamza Roberto Piccardo, imperiese, responsabile di varie associazioni musulmane in Italia, che ha condannato la guerra israeliana ed ha anche tacciato il Governo italiano di codardia, per non essere solidale come era accaduto in passato, con la causa palestinese. Vicino a lui anche l’imam della moschea di Sanremo. Tra i manifestanti, oltre a molti arabi di fede islamica, c’erano anche tanti italiani. Discreta la presenza di forze dell’ordine per un sit in pacifico dove i toni non si sono mai accesi. Oltre a bandiere e cartelloni con slogan, a terra sono stati messi tanti sacchetti, a simboleggiare il più di 5000 bambini palestinesi morti durante le operazioni militari dell’esercito israeliano.

Questo l’appello lanciato per mobilitare la cittadinanza. “Per la prima volta, dopo 75 anni di violenze e oppressione, lo Stato sionista d’Israele si trova davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja nei Paesi Bassi. L’accusa, presentata dallo Stato del Sudafrica, cita gravissimi crimini che configurano una volontà genocidaria contro il popolo di Gaza e in generale tutto il popolo palestinese. Le speranze dei giusti del mondo si focalizzano su quell’aula e sul fatto che possa uscirne una sentenza che imponga a Israele la cessazione immediata dell’aggressione e lo costringa ad una trattativa che parta dal riconoscimento dei diritti palestinesi ad una vera indipendenza, cioè la fine dell’assedio di Gaza e dell’apartheid in tutta la Palestina storica. La stragrande maggioranza dei popoli del mondo e dei governi dell’Asia, dell’Africa, del Centro e Sud America e anche di alcuni Paesi europei (Spagna, Belgio, Irlanda, Russia) hanno condannato, a diversa intensità, l’azione dello Stato sionista che si fa forte dell’appoggio USA e di gran parte della UE. Si immagini cosa significhi l’uccisione o il grave ferimento del 5% della popolazione di Gaza; in Italia corrisponderebbe a 3 milioni di vittime (un milione di morti e due milioni di feriti gravi). Si immagini cosa significhi la distruzione o il serio danneggiamento di un terzo degli edifici abitativi, di tutti quelli istituzionali, della maggior parte degli ospedali, delle scuole, dei luoghi di culto: sarebbe come aver distrutto, nel nostro Paese, il Piemonte, la Val d’Aosta, la Lombardia, il Veneto, il Friuli, il Trentino e la Liguria. Si immagini cosa significhi aver costretto all’esodo oltre la metà della popolazione, come se 30 milioni degli abitanti dell’Italia avessero dovuto lasciare le loro case e concentrarsi in altra parte del Paese, la stragrande maggioranza di loro in tende e rifugi di fortuna. Tutto questo sta subendo la gente di Gaza e ciononostante resiste e lotta per il suo diritto ad essere e rimanere sulla loro terra.”