Saint Charles di Bordighera, il 17 gennaio Asl1 consegna le chiavi al privato

10 gennaio 2024 | 18:43
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Saint Charles di Bordighera, il 17 gennaio Asl1 consegna le chiavi al privato

I vertici dell’azienda sanitaria hanno incontrato le sigle sindacali. Confermata la riapertura del punto nascite di Sanremo il 1° febbraio. Critico Ronca (Uil Fpl): «Sul personale troppe incertezze»

Sanremo. Avverrà ufficialmente mercoledì prossimo, 17 gennaio, alle ore 23:59, il passaggio dell’ospedale Saint Charles di Bordighera alla gestione privata, affidata al gruppo Gvm Care & Research. Il tempo zero per la partenza della privatizzazione, più volte slittata e che ha attraversato la reggenza di tre direttori generali, è stato comunicato questa sera dalla delegazione trattante di Asl1 alle sigle sindacali.

Nel corso della riunione, Asl1 – presente con il direttore sanitario Giovanni Bruno, il direttore professioni sanitarie Marino Anfosso, quello del personale Erica Arobbio e il direttore del settore legale Margherita Sottomano -, ha confermato anche la scadenza fissata al 1° febbraio per la riapertura del punto nascite presso l’ospedale Borea di Sanremo.

Previsti 12 posti letto, tre ostetriche per turno affiancate da un operatore socio sanitario. Per quanto concerne il trasferimento del personale interessato, verrà data precedenza a chi lavora a Sanremo. Di pari passo alla riapertura del punto nascite avverrà la riattivazione del Nido gestito secondo le schema del Gaslini diffuso. Rimangono delle incognite il reclutamento di medici ginecologici tramite bando pubblico e la ricerca delle cooperative.

«Come Uil Fpl siamo stati molto critici per via dei troppi punti interrogativi riguardo al reclutamento del personale infermieristico da parte del Gaslini, in quanto già in notevole difficoltà sull’attuale Nido e Pediatria di Imperia e sulla irreperibilità di personale medico nel nostro territorio», – commenta Riccardo Ronca, segretario territoriale della Uil-Fpl Ponente Ligure -. «Crediamo che le scelte debbano essere fatte avendo la garanzia dei servizi offerti alle persone. Non vorremmo che tali scelte più politiche che politico sanitarie vadano a ricadere sulla pelle dei nostri cittadini».