Pieve di Teco, crisi idrica, gli abitanti di Ligassorio scrivono a Rivieracqua: «La gestione dell’acquedotto torni in maniera provvisoria al Comune»

24 gennaio 2024 | 11:58
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Pieve di Teco, crisi idrica, gli abitanti di Ligassorio scrivono a Rivieracqua: «La gestione dell’acquedotto torni in maniera provvisoria al Comune»

È dal 26 giugno 2022 che l’acqua dell’acquedotto della borgata non è potabile e a partire da luglio 2023 decine di volte è mancata completamente

Pieve di Teco.  Continuano i problemi di approvvigionamento idrico a Ligassorio borgata di Pieve di Teco e gli abitanti della frazione hanno deciso di scrivere un’istanza a Rivieracqua.

«I sottoscritti utenti dell’acquedotto di Ligassorio, borgata del Comune di Pieve di Teco- scrivono-  ritengono doveroso segnalare ancora una volta l’insostenibile situazione in cui si trovano da oltre 18 mesi. È infatti dal 26 giugno 2022 che l’acqua dell’acquedotto di Ligassorio non è potabile e a partire da luglio 2023 decine di volte è mancata completamente. Alcune di queste interruzioni si sono protratte anche sino a 5 giorni nonostante la presenza di bambini ed anziani».

«Sappiamo bene che le cause non sono tutte imputabili a Rivieracqua (l’eccezionale prolungarsi della siccità, la scarsità di fonti di approvvigionamento, ecc) ma certo è che finché ad occuparsi della gestione è stato il Comune di Pieve di Teco (30 giugno 2023), nessun utente era rimasto a secco. In un anno di tempo, da luglio 2022 a giugno 2023 (ossia da quando è stata affidata formalmente a Rivieracqua la gestione del SII a quando lo è stata materialmente) Rivieracqua non ha predisposto il necessario avvicendamento e già dal 10 luglio sono cominciate le interruzioni».

«Le istanze che rivolgiamo a Rivieracqua, all’Ente Gestore dell’Ambito Territoriale Ottimale di Imperia e al Comune di Pieve di Teco, ognuno per quanto di competenza, sono molteplici. In primo luogo chiediamo che dal 1 luglio 2022 per gli utenti dell’acquedotto di Ligassorio venga dichiarato sospeso il contratto con Rivieracqua per la fornitura di acqua potabile sino al ripristino del servizio, con conseguente blocco delle fatturazioni. La legittimità della richiesta ci sembra evidente ma comunque elenchiamo le nostre motivazioni: il regolamento di Rivieracqua prevede all’articolo 5 “il gestore garantisce che l’acqua erogata abbia caratteristiche tali da classificarla potabile….”, all’articolo 15 “il gestore non può essere ritenuto responsabile…”nei casi elencati. È palese che l’articolo 5 non è rispettato e che l’interruzione del servizio per oltre 18 mesi non è contemplata nell’articolo 15; la carta dei servizi di Rivieracqua prevede in più punti l’obbligo di continuità del servizio ad eccezione di specifici casi, non questo caso; Il danno finanziario, oltre al grande disagio arrecato agli utenti di Ligassorio, supera probabilmente in molti casi l’eventuale importo della bolletta, senza contare che gli utenti sono anche soci del consorzio irriguo e pagherebbero due volte la stessa acqua, avendo immesso nell’acquedotto potabile anche acqua proveniente dall’acquedotto irriguo. Infine il danno all’economia della zona per l’impossibilità di accoglienza per case vacanze, B&B, agriturismi; Il semplice buon senso che impedisce a chi dovrebbe fornire un servizio di farlo pagare anche senza averlo fornito.

«Grande preoccupazione abbiamo anche per il futuro- proseguono i cittadini di Ligassorio- perché non ci risulta, e saremmo felici di essere smentiti, che siano stati presi atti provvedimenti deliberazioni e nemmeno progetti volti a risolvere o perlomeno a mitigare la carenza di acqua potabile. Questo compito spetta a nostro avviso innanzitutto al Comune di Pieve di Teco, in quanto competente territorialmente e perfettamente a conoscenza dei fabbisogni e delle eventuali possibili soluzioni. Tra pochi mesi ci ritroveremo nuovamente senza acqua e nessuno avrà fatto niente? Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare chiediamo però che sia fatto in modo serio e velocemente».

«Per quanto esposto sopra chiediamo al Commissario ad acta dell’EGATO, vista l’assoluta inefficienza, inefficacia e non economicità della gestione di Rivieracqua, di affidare provvisoriamente, come previsto dalla convenzione di affidamento, al Comune di Pieve di Teco la gestione dell’acquedotto di Ligassorio per il periodo necessario a Rivieracqua ad avere personale e competenze per poterlo gestire come dovuto. Un ultimo punto vogliamo segnalare. Dagli organi di informazione abbiamo appreso che il Commissario ad acta ha trasmesso a Rivieracqua e a tutti i Comuni soci quale sarà la nuova tariffa unica. Premesso che sappiamo che non tocca a noi valutare questa scelta ma, visto il silenzio assoluto dei Sindaci che ci dovrebbero rappresentare, crediamo da cittadini di poterci permettere di esprimere la nostra opinione».

«La tariffa unica- spiegano- è stata presentata come necessaria ed indispensabile per risanare le gestioni fallimentari di Rivieracqua e su questo concordiamo pienamente, quello che non ci convince è il modo. Anzitutto bisognerebbe ricordare che i debiti dovrebbero ripagarli coloro che li hanno fatti e chi non ha vigilato, perché non ci risulta che siano mai state attivate le clausole previste dalla Convenzione di affidamento relative a garanzie e sanzioni».

«Ci rendiamo però conto- concludono- che sono cose ormai superate ma, se oggi tutti gli utenti dell’ambito provinciale sono chiamati a risanare questa situazione ci sembra come minimo debba essere fatto in modo equo, che non significa tutti ugualmente. Dov’è l’equità, se un utente di Pieve di Teco dovrà pagare l’80% in più rispetto a prima ( senza aver concorso minimamente al debito) mentre un utente di un altro Comune (che ha concorso a fare il debito) pagherà il 50% in meno? Ma i Sindaci dei Comuni danneggiati non hanno nulla da dire? Fatto salvo quanto detto sopra riguardo alle responsabilità, riteniamo che per pagare i debiti, e vanno pagati perché i fornitori e chi lavora va pagato, sarebbe più equo un aumento delle vecchie tariffe percentualmente identico per tutti i Comuni affinché l’onere venga distribuito su tutti. Solo alla fine del risanamento si dovrà valutare il passaggio alla tariffa unica, salvando così anche la gestione pubblica del servizio idrico».