Per non dimenticare, Vallecrosia celebra il Giorno della Memoria al cippo di via San Rocco

26 gennaio 2024 | 11:02
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Nell’80° anniversario dell’istituzione del campo di concentramento provinciale per ebrei e familiari dissidenti e renitenti alla leva

Vallecrosia. Nell’ottantesimo anniversario dell’istituzione del campo di concentramento provinciale destinato agli ebrei, l’amministrazione comunale di Vallecrosia ha commemorato il Giorno della Memoria presso il cippo di via San Rocco, che sorge proprio dove un tempo si trovava il campo di concentramento, istituito nel febbraio del 1944. Oltre agli ebrei, nella struttura vennero reclusi anche i familiari di dissidenti e renitenti alla leva nella R.S.I.

Alla cerimonia, apertasi sulle note del Canto degli Italiani e l’alzabandiera, hanno partecipato le scolaresche del CNOS-FAP e dell’Istituto Comprensivo Andrea Doria di Vallecrosia con cartelloni, disegni e performance, il professor Gian Paolo Lanteri, e le autorità civili, militari e religiose.

Riccardo Lanteri, colonnello degli Alpini, ha fatto un breve excursus sul perché dell’istituzione di questa giornata che ha lo scopo di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte e coloro che si sono opposti al progetto di sterminio.

«Siamo tanti oggi e riscontro quell’idea di comunità, oggi ci avete regalato quel momento di condivisione e di unione – ha dichiarato il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi – . Voi avete una fortuna-sfortuna di avere un contatto diretto attraverso i vostri smartphone e la televisione di quello che accade nel mondo. Bravi ai ragazzi e agli insegnanti, avete acceso quella scintilla che la conoscenza e la condivisione di quello che è accaduto nella storia non può essere dimenticato. Anche se la nostra città piccola è una comunità, ci siamo tenuti virtualmente per mano, i bambini, i ragazzi più grandi, gli adulti con chi ogni giorno difende la nostra libertà e democrazia. La guerra non è l’unico strumento per salvaguardare la democrazia».