La querelle

Ospedaletti, porte aperte e porte in faccia. Per il Byblos è già guerra tra promotori

Scambio di accuse tra il patron dello storico ristorante e l'imprenditrice Milena Caputo

Ospedaletti. Non è andata giù all’imprenditore e storico gestore del ristorante Byblos Marco Cuccuvé l’apertura fatta nei suoi confronti dai promotori dell’ultimo dei tre progetti di riqualificazione straordinaria del compendio comunale, depositato in municipio a Ospedaletti nei giorni scorsi. A spiegare il perché è l’avvocato Marco Bosio, legale del patron del ristorante Byblos Cuccuvè.

«Non c’è nessuna comunione di intenti tra il mio assistito, Marco Cuccuvè, e la Byblos Beach Srl, – chiarisce il legale -. Anzi, siamo in contenzioso con la società sia il mancato rilascio della concessione della spiaggia, sia per quanto riguarda il mancato pagamento dei canoni arretrati». Nel presentare il terzo progetto per la ristrutturazione straordinaria del complesso Byblos, la società guidata dall’imprenditrice Milena Caputo sembrava intenzionata a lasciare le porte aperte al ristoratore, in quanto ritenuto «la persona migliore a cui affidare, anche in futuro, il locale rinnovato».

Ma una liaison tra le due società sembra, almeno ad oggi, un’ipotesi alquanto remota, se non impossibile in virtù del contenzioso in essere: «Abbiamo diffidato la Byblos Beach Srl a rilasciare formalmente la concessione – precisa l’avvocato Bosio -. Ma a distanza di quasi un mese, la società risulta inadempiente».

Diversa l’interpretazione dei fatti fornita dall’avvocato Luigi Patrone, in difesa dell’imprenditrice Milena Caputo che aveva avuto parole di elogio per l’operato di Cuccuvé, anticipando la propria intenzione di garantire la continuità dell’attuale gestione del Byblos qualora la giunta Cimiotti dovesse scegliere il suo progetto come il più confacente all’interesse pubblico: «La Byblos Beach ha presentato il progetto di project financing in totale autonomia senza cercare alcuna liason con Marco Cuccuvè.
La mia patrocinata ha sottoscritto in data 20 febbraio 2019 un contratto di affitto di azienda avente ad oggetto la spiaggia del Byblos, ha eseguito cospicui investimenti, regolarmente pagato i canoni e quant’altro senza aver dato luogo ad alcuna rimostranza da parte del signor Cuccuvè o di terzi», – commenta il legale -.

«Fino al novembre 2023 le parti discutevano del pagamento del solo canone 2023, mai negato dalla mia cliente, e della proroga del contratto fino al 31 dicembre 2024, coincidente con la scadenza della concessione demaniale e stabilito da contratto. In siffatta situazione, la mia cliente ha risposto alla diffida dell’11 gennaio 2024, inviata tramite lettera dall’avvocato Marco Bosio, ribadendo che avrebbe dovuto avere il tempo di prelevare tutte le proprie attrezzature dalla spiaggia per poterla rilasciare. La richiesta è pervenuta senza alcun preavviso dopo ben cinque anni di collaborazione. Tra l’altro il rilascio è stato paradossalmente ostacolato da terzi ignoti che hanno apposto lucchetti alla struttura impedendo l’accesso alla titolare della Byblos Beach, circostanza già denunciata ai carabinieri di Ospedaletti».

Mentre i due promotori locali del restyling si accusano vicendevolmente a colpi di carte bollate, rimane ancora da svelare l’altro progetto depositato dalla cordata monegasca che fa riferimento alla società Aura Capital e al fondo Tyrona, artefici di un piano di sviluppo del valore stimato di circa 50 milioni di euro, i cui dettagli progettuali e architettonici non sono ancora stati rivelati alla cittadinanza.

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