Imperia, le aree demaniali sul Porto infiammano il consiglio comunale
La pratica è stata respinta con 17 voti contrari, 9 favorevoli, 2 astenuti, 1 contrario
Imperia. Si scaldano i toni durante la discussione della pianificazione delle aree demaniali a destinazioni produttiva e commerciali a seguito delle novità normative in materia di rinnovo delle concessioni infiamma il consiglio comunale. La pratica è stata respinta con 17 voti contrari, 9 favorevoli, 2 astenuti, 1 contrario.
Lo scorso 17 ottobre, infatti, è stato notificato agli operatori commerciali titolari di concessioni demaniali marittime produttive l’avviso di avvio del procedimento di sgombero della area, dando il termine, agli interessati, di 30 giorni per la presentazione di memorie o documenti destando preoccupazione tra gli operatori.
«Cosa ne sarà di queste famiglie che vivono di porto, in una città in cui su 107 province a fare il lavoro siamo al 77 esimo nel 1996 eravamo al sedicesimo. Ci sono altri dati- spiega la consigliera Loredana Modaffari– siamo al primo posto per i protesti pro capite, c’è una difficoltà e non possiamo pensare che i nostri figli diventino tutti dipendenti della Go Imperia o vadano a fare i baristi o i camerieri in quello che oggi è l’infopoint e poi domani diventerà magari un bar. Dobbiamo dare qualcosa di diverso ai nostri giovani, dobbiamo permettere ai lavoratori di oggi di continuare a lavorare, in modo serena, non aspettare ad avere un’ulteriore proroga. Nessun’altro Comune del litorale ha intrapreso un’azione del genere, non sono arrivate ordinanze di sgombero, ovviamente ci sarà una difesa del posto di lavoro, della disponibilità finanziaria e la possibilità di arrivare a fine mese».
«Sicuramente-prosegue la Modaffari- un’azione scorretta dell’amministrazione dal punto di vista politico e legale e che non segue le direttive: le concessioni devono essere affidate sulla base di procedura selettiva, per quale motivo la Go Imperia dovrebbe diventare concessionaria, la Go Imperia che neanche ha nelle sue attribuzioni la cantieristica, non ha un progetto, ed è abbastanza in crisi. Dobbiamo allinearci con gli altri Comuni, chiediamo che venga sospesa questa procedura e che si aprano tavoli seri, che l’amministrazione spieghi a chi oggi lavora nel porto quella che sarà la sorte: sicuramente nella mente dell’amministrazione il quadro è chiaro, lo rendesse chiaro anche a chi ne ha maggiore interesse».
«Alcuni Comuni – replica il sindaco Scajola- hanno già fatto partire le gare su tutto, anche sui balneari, noi abbiamo scelto una linea diversa: dove non c’è chiarezza sulle turistiche e ricettive abbiamo scelto il rinvio al 31 dicembre 2024. Nei confronti di quelle produttive, 17, ci siamo mossi studiando le leggi: non c’è ombra di dubbio da parte di nessun giurista che non ritenga che le licenze scadute devono essere dichiarate decadute. Non abbiamo mandato la notifica che erano scadute, li abbiamo chiamati, ma dichiariamo anche adesso che noi intendiamo passare da un regime di provvisorietà a uno di maggiore durata. Secondo le proposte che saranno formulate verranno date concessioni per la durata pari agli investimenti».
«L’avvocato Modaffori- prosegue il sindaco- dice che abbiamo sbagliato ma noi abbiamo ritenuto di avvalerci di una collaborazione di cattedrati e giuristi. L’ufficio demanio era a disposizione per confrontarsi su questi temi. Nessuno può dire o strumentalizzare che la cantieristica che non ci sarà era nel mio programma. Per quanto riguarda il Copi mi pare di capire che si confonda la difesa e l’interesse di questo consorzio costruito in modo complesso qualcuno vuole fare il difensore di uno status quo che io non farò mai. Ampliare la cantieristica, non significa che ci vogliamo fare un golf ma che vogliamo riportare la cantieristica con concessioni più lunghe e se la concessione è scaduta si deve riformulare. Ripeto che quell’area è destinata alla cantieriestica ampliandola ancora più. Se la concessione è scaduta e senza andarsi ad arrampicarsi in cavilli è più logico. Ho deciso di convocare il presidente del Copi. Su tutta l’area della Banchina Aicardi che non c’è intendimento di eliminare nessuna attività. Abbiamo incrementato l’attività turistica e prevediamo che si possano creare nella zona della Valle Impero di riuscire ad avere aree nuove per nuovi insediamenti commerciali e mai ho sostenuto che ci sia solo uno sviluppo turistico».