Imperia. «Il sindaco Claudio Scajola non ha mai visto né mai conosciuto Maiolino. Oggi, dunque, abbiamo rappresentato tutte le ragioni per cui non si può inquadrare alcuni tipo di favoreggiamento. L’interesse nei confronti di un cittadino rientra nei doveri del sindaco. La telefonata, inoltre, va sentita tutta, e il fatto che una persona possa alzare la voce non può legarsi ad alcun tipo di favoreggiamento, specie se l’altra persona porta a innervosirti, sapendo che sta registrando».
A parlare è l’avvocato Elisabetta Busuito, legale del sindaco Claudio Scajola, che oggi è stato interrogato in Procura dal pubblico ministero Barbara Bresci in merito all’inchiesta relativa al “caso Maiolino” che vede il nome del primo cittadino di Imperia iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento per le presunte minacce all’allora comandante della polizia locale Aldo Bergaminelli, (reato poi derubricato in favoreggiamento, ndr) nei confronti dell’imprenditore e meccanico Antonio Maiolino, titolare di un’officina.
A richiedere che Scajola venisse interrogato è stata la stessa difesa. «Abbiamo chiesto di essere sentiti, come peraltro è nostro costume: non ci nascondiamo, ma andiamo a spiegare le nostre ragioni», ha spiegato l’avvocato.
L’indagine è nata dalla denuncia sporta da Bergaminelli, che aveva registrato una telefonata dai toni accesi intercorsa tra lui e Scajola e nella quale il primo cittadino intimava all’ex comandante di non effettuare un sopralluogo in un terreno di zona Caramagna, dove Maiolino, che aveva perso la storica sede della sua officina per la realizzazione di una rotonda, aveva iniziato a realizzarne una nuova, in un terreno che, però, non era edificabile.
«Quella telefonata – aggiunge l’avvocato Busuito – Non mira a favorire nessuno, ma a capire il senso dell’intervento. Tanto è vero che il mio assistito non ha fatto nulla per impedire il sopralluogo e tutte le successive iniziative giudiziarie nei confronti di Maiolino stanno andando regolarmente avanti».
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