Imperia, all’Attrito in scena Mirco Bonomi con “Ho messo gli stivali gialli” e “Un uomo complesso” storia di Michele Campanella, il partigiano Gino
Sabato 27 gennaio alle ore 17 e domenica 28 gennaio alle ore 17.15
Imperia. Doppio appuntamento sabato 27 e domenica 28 gennaio al Teatro Attrito di Imperia con l’attore e regista genovese Mirco Bonomi fondatore del Teatro dell’Ortica di Genova con gli spettacoli “Ho messo gli stivali gialli” tratto dal libro di Anna Solaro, assieme con Maria Sepe sabato a partire dalle ore 17 e “Un uomo complesso”, storia di Michele Campanella, il partigiano Gino in programma il 28 gennaio alle ore 17.15.
«Sabato presento un video e un libro scritto con mia moglie Anna Solaro mancata a fine novembre del 2022. Nel video raccontiamo la nascita dell’esperienza del laboratorio teatrale Versi di cura con pazienti oncologici perché mia moglie, Anna oltre ad essere una paziente oncologica era attrice regista del teatro dell’Ortica. Ora che lei è mancata ma il laboratorio va avanti assieme a Giancarlo Mariottini dove ospitiamo cittadini, medici, pazienti, infermieri con cui lavoriamo sul concetto della cura».
«Il libro di Anna racconta l’eredità che ci ha lasciato fatta di un testo anche doloroso ma che parla fondamentalmente della vita, racconta la sua storia con la malattia, nata sui social perché lei ha iniziato a scriverlo su Facebook per sfogarsi e poi ha riscontrato un successo tra le persone da tutta Italia e abbiamo pensato di farne un libro che prova a raccontare delle speranze per il futuro e delle possibilità».
«È un testo importante che si può leggere con piacere, il messaggio è anche quello della speranza nel futuro e nelle possibilità oltre quello di vincere la paura e lo stigma dell’esclusione che è connaturato in questa società e che coglie tutte le persone che sono in una situazione di diversità e marginalità e per assurdo anche un malato oncologico che non ha nessuna colpa. Ho messo gli stivali gialli- conclude- perché un giorno siamo all’Ortica dove Anna doveva condurre un laboratorio e annuncia l’arrivo delle metastasi. Lei amava lavorare sulle metafore e ha affermato “Ma io metto anche gli stivali gialli e con questi entro anche nelle pozzanghere».
Domenica pomeriggio alle ore 17.15 Bonomi salirà sul paco dell’Attrito per interpretare Michele Campanella, il partigiano Gino che partigiano divenne poliziotto.
«È la storia di un personaggio che io chiamo complesso- spiega Bonomi- molto conosciuto a Genova e non solo, un grande sportivo, fu anche responsabile della lotta greco romana per le fiamme azzurre e il rugby ed è stato dirigente per entrambi gli sport. Secondo me la complessità è in questa duplicità di riuscire ad essere uno e un’altra cosa, partigiano prima e poliziotto dopo, che entra in qualche modo anche in contraddizione ma che lui riesce a starci dentro. Un personaggio molto rigoroso e molto rigido. Non l’ho conosciuto di persona ma collateralmente allo spettacolo abbiamo preparato un documentario che uscirà a breve in cui ci sono oltre a parti dello spettacolo anche interviste a me, al fratello e alla sorella del partigiano Campanella e ai membri dell’Anpi con pezzi di archivio che mi sono fatto dare che racconta questo personaggio».
«Interpretare questo personaggio è stato un viaggio nel passato attraverso una persona che mi ha portato a lavorare su l’aspetto di pubblico e privato, quello che ci mettiamo come persone e quello che è la grande storia. La prima cosa che ho notato è che Michele Campanella anche a 90 anni quando è morto aveva un accento genovese incredibile pazzesco che io riproduco in scena. Lui è vissuto in giro per l’Italia per tutta la vita e ha mantenuto questo accento fortissimo come se fosse un legame con le radici incredibile. La sensazione quando lo interpreto è quello di calarmi profondamente in una persona che pondera molto le cose che dice che è molto semplice e me lo sono immaginato come il prototipo di quel tipo di persone dell’altro secolo che sono molto coerenti».