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Dolceacqua, scoperto un altare sacrificale correlato al “Culto delle Acque”

Si trova nei pressi del letto di un ruscello

altare sacrificale archeonervia

Dolceacqua. Un altare sacrificale correlato al Culto delle Acque sarebbe satato ritrovato a Dolceacqua da Andrea Eremita e dal Gruppo ArcheoNervia. Si tratterebbe di una struttura con sulla parte frontale due incisioni da interpretare come un linguaggio figurativo astratto per sottolineare la sua funzione liturgica e per non essere confuso con un banco di roccia comune.

«Il Culto delle Acque è un sentimento religioso di tipo animistico che si fonda sull’osservazione dei fenomeni della natura da cui emerge prepotentemente in modo significativo che ogni forma di vita sulla Terra Madre è debitrice del sole e dell’acqua, motivo per cui, come avviene nei rapporti umani, era necessario fare doni, compiere sacrifici. Una testimonianza in tal senso è provata dalla scoperta di un altare sacrificale che ricorda pratiche religiose rivolte all’acqua, simbolo della vita che si perpetua e si rinnova sul quale, dopo aver liberato la superficie dal muschio e dai sedimenti, con grande stupore si è rivelata la presenza di tre frammenti di roccia di arenaria molto compatta con i lati taglienti. Strumenti abbandonati sull’altare sacrificale utilizzati per macellare gli animali sacrificati. L’altare sacrificale che si trova nei pressi del letto di un ruscello che scorre lungo il solco di una collina che domina dall’alto l’abitato di Dolceacqua alimentato da delle sorgenti stagionali dove nei periodi in cui entrava in secca, per propiziare il ritorno dell’acqua a scorrere e scontrarsi con le rocce, la loro certezza di vita, i nostri lontani progenitori si dedicavano alla complessa liturgia del sacrificio» spiega Andrea Eremita.

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