Coldiretti «Aumento costi colpisce la filiera agroalimentare»
«Un’annata complicata – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale. “Sia per i produttori che per i consumatori»
Genova. Chi ben comincia non lavora nell’agroalimentare: ebbene sì; l’emergenza delle imprese agricole ha raggiunto nell’anno appena concluso un picco non indifferente, di quelli per cui ci vogliono anni per riprendersi. Basti pensare alle ondate di maltempo, al problema della siccità e agli eventi anomali causati dalle conseguenze del cambiamento climatico. Ma non finisce qui: di fianco alla decimazione dei raccolti, il 2023 ha visto anche la caduta dei prezzi pagati alla produzione, che in molti casi non sono riusciti a coprire neanche i costi di produzione. Il rischio? L’abbandono di interi territori.
«Un’annata complicata – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale. “Sia per i produttori che per i consumatori». Gli italiani, infatti, hanno speso nel 2023 circa 9 miliardi in più per mangiare in un contesto di aumento dei costi che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.
I dati Istat relativi all’inflazione lo confermano: l’aumento medio dei prezzi nel 2023 è stato del 9,8% per i beni alimentari e per le bevande, rispetto all’anno precedente. «La notizia che fa ben sperare è che il valore si è praticamente dimezzato a dicembre (+5,9%) rispetto all’inizio del 2023 a gennaio (+12,6%)», aggiungono.
Per difendersi dagli aumenti dei prezzi 8 italiani su 10 (77%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Per difendersi gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi. Come? Facendo lo slalom nel punto vendita, lasciandosi pilotare dai prezzi più bassi e tralasciando la qualità della materia prima; addirittura rinunciando al negozio di fiducia per il discount con l’offerta migliore.
«In questo contesto – concludono Boeri e Rivarossa – è importante nel Pnrr l’aumento dei fondi per l’agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento alimentare del Paese. Un’occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore».