Cold case svedese, l’amica di Sargonia Dankha: «Aldobrandi mi disse: “Si pentirà di avermi lasciato”»
Segura è stata ascoltata oggi nell’aula Trifuoggi del tribunale di Imperia come teste dell’accusa nel processo che vede sul banco degli imputati Salvatore Aldobrandi
Imperia. «Nei giorni precedenti la scomparsa, (Salvatore Aldobrandi, ndr) mi ha chiamato, era disperatissimo. Aveva un atteggiamento quasi maniacale. Mi diceva che Sargonia si sarebbe pentita di averlo lasciato e che sarebbe scomparsa». Lo ha detto in aula Alma Segura, amica intima di Sargonia Dankha: la 21enne scomparsa il 13 novembre del 1995, a Linköping, in Svezia.
Segura è stata ascoltata oggi nell’aula Trifuoggi del tribunale di Imperia come teste dell’accusa nel processo che vede sul banco degli imputati Salvatore Aldobrandi, “Samuel” come veniva chiamato in Svezia: il pizzaiolo italiano accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere.
A interrogare la donna, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, è stato il pubblico ministero Maria Paola Marrali, che ha voluto confrontare le risposte date oggi, in udienza, con quelle rese il 23 novembre del 1997, poco dopo la scomparsa di Sargonia. Alla polizia svedese, che per prima indagò sulla scomparsa della 21enne, Alma dichiarò quanto le disse Samuel, ovvero che nessuno avrebbe avuto Sargonia, anche se fosse stato costretto ad ucciderla.
Dei giorni precedenti la scomparsa dell’amica, Alma ricorda le tante telefonate ricevute da Aldobrandi: «Urlava ed era disperato al telefono, perché diceva che con Sargonia sarebbe finita».
E non è tutto. La teste ricorda di aver visto un livido sul collo di Sargonia, che Aldobrandi ha confermato di averle procurato; fu poi la ragazza, però, a precisare che quel giorno tentò di strangolarla. Alla Corte e alla pubblica accusa Alma ha raccontato di conoscere Samuel, perché il proprio fidanzato dell’epoca lavorava come dj nel locale di quest’ultimo, che si chiamava Maxime.
Alma conosceva da anni la famiglia di Sargonia ed era particolarmente legata al fratello maggiore della ragazza, morto per un malore un anno prima della sua scomparsa. Proprio quel lutto, vissuto da entrambe, cementò la loro amicizia, ha ricordato la donna: «Quando lui è venuto a mancare, io e Sargonia ci siamo avvicinate molto. Eravamo amiche strette».
Riguardo al rapporto tra Sargonia e Samuel, Alma ha detto: «Lui esercitava il controllo su di lei e la maltrattava. Non era un bel rapporto e non mi piaceva come persona». E ancora: «Era solito comparare tante cose per renderla felice e contenta, ma nei miei ricordi esercitava molto controllo: voleva sapere dove fosse, dove stesse andando». Risulta, inoltre, che Aldobrandi chiese in un’occasione, ad Alma, come fare per potersi tenere Sargonia e Alma gli rispose: «In ogni caso, non potrai farla restare, picchiandola».
Ma l’aspetto più importante è che mentre domenica, il giorno prima della scomparsa, era disperato e aveva un atteggiamento maniacale, dicendo che Sargonia si sarebbe pentita di lasciarlo, nei giorni successivi l’atteggiamento del pizzaiolo cambiò completamente. «Dopo la scomparsa, l’ho incontrato (Aldobrandi, ndr) e aveva un comportamento completamente diverso, di nonchalance, non dava nessuna importanza… diceva: ‘forse è a Stoccolma’. Questo era stridente con il comportamento che aveva nel passato. Il suo comportamento era proprio diverso, come dal giorno alla notte».