Bordighera, non estorse denaro: la Corte di Cassazione annulla condanna a ex presidente di Ponente Emergenza

17 gennaio 2024 | 16:42
Share0
Bordighera, non estorse denaro: la Corte di Cassazione annulla condanna a ex presidente di Ponente Emergenza

Non ci saranno altri processi: per Ferrara, difesa dall’avvocato Marco Bosio, è la fine di un incubo

Bordighera. La seconda sezione della Corte di Cassazione di Roma ha annullato con formula piena, senza rinvio, la condanna a 3 anni e 6 mesi per il reato di estorsione comminata in primo e secondo grado ad Anna Maria Ferrara, ex presidente di Ponente Emergenza, che era finita a processo a seguito della denuncia di un ex dipendente costretto, a suo dire,  a restituire la metà del proprio stipendio (per la cifra di 500 euro al mese) come “risarcimento” per l’assunzione.

Nonostante la richiesta del procuratore generale di confermare la pena, la Suprema Corte ha accolto in toto la tesi del difensore di Ferrara, l’avvocato penalista Marco Bosio, che è riuscito a dimostrare come la sua assistita non abbia mai compiuto il reato di estorsione. «Perché il fatto non sussiste», infatti, è quanto pronunciato ieri dai giudici romani, che hanno così cancellato le sentenze pronunciate in primo grado e in Appello.

I fatti. Nel dicembre del 2021, il giudice collegiale del tribunale di Imperia aveva condannato Anna Maria Ferrara, derubricando però l’ipotesi di reato dalla più grave concussione (per la quale il pm aveva chiesto 5 anni) all’estorsione. Una prima vittoria, questa, per l’avvocato Bosio che era riuscito a dimostrare come la donna, al momento del fatto, non avesse agito con la qualifica di incaricato di pubblico servizio ma a titolo personale.

Il 1 dicembre del 2022, la Corte di Appello di Genova ha poi confermato la condanna per estorsione. Decisione, questa, impugnata dall’avvocato Bosio che ha presentato ricorso per Cassazione. Nella sua arringa difensiva, avvalendosi anche di sentenze che hanno fatto giurisprudenza, il penalista ha ricostruito in modo tecnico, ma sempre in punta di diritto, i fatti che avevano trascinato la sua assistita in tribunale. In pratica, l’avvocato ha sostenuto la tesi secondo cui se il dipendete, al momento dell’assunzione, decide liberamente di avere una riduzione del suo stipendio, non patisce alcun danno, in quanto dalla posizione di disoccupato ottiene comunque un lavoro. Altro caso, invece, se la richiesta di una diminuzione dello stipendio avviene durante il rapporto di lavoro. Cosa che non è accaduta.

«Quello ottenuto è un ottimo risultato – commenta Bosio -. Ora attendo di leggere le motivazioni della sentenza, ma sono decisamente soddisfatto, soprattutto per la mia assistita, per la quale finisce un incubo».

[Nella foto l’avvocato Marco Bosio]