Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico

19 gennaio 2024 | 07:30
Share0
Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico
Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico
Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico
Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico
Bordighera, demolizione e ricostruzione di Villa Rachele: c’è l’interesse pubblico

Prevista realizzazione di viabilità ciclo-pedonale e implemento del verde urbano

Bordighera. La giunta comunale di Bordighera ha deliberato indirizzo favorevole in merito all’interesse pubblico relativo alle opere a scomputo della proposta progettuale, protocollata dalla società La Scogliera Srl di Sanremo, per la demolizione e la ricostruzione, con ampliamento volumetrico come previsto dal “piano casa” di Villa Rachele, storico edificio sito al civico 13 di piazza Mazzini. L’interesse pubblico del progetto è motivato sia la cessione di aree da destinare a viabilità ciclo pedonale, sia da opere di riqualificazione di piazza Mazzini, «con conseguente incremento della protezione e sicurezza dei collegamenti con l’area del mercato comunale».

In buona sostanza, la giunta guidata dal sindaco Vittorio Ingenito non si è espressa sulla demolizione e ricostruzione dell’edificio, ma soltanto in merito alla proposta progettuale che prevede di creare «una connessione “verde” tra via G. Matteotti, piazza Garibaldi e piazza Mazzini, con cessione di una parte di area privata e con ridisegno delle aree pedonali della piazza stessa», in virtù del fatto che questo «possa creare un nuovo spazio urbano aperto anche su Piazza Bengasi e quindi in ultimo di connessione con la non lontana passeggiata mare». Valutato anche «l’ampliamento dell’area pedonale in corrispondenza della Cappella della Madonna del Carmelo e l’implementazione del verde urbano», l’amministrazione comunale ha espresso atto di indirizzo favorevole «in merito esclusivamente alla trattazione e progettazione delle aree già pubbliche o previste in cessione, con esclusione, sotto ogni profilo, degli interventi di carattere privato previsti che saranno necessariamente oggetto di valutazione da parte degli organi competenti».

Non è la prima volta che i privati provano a demolire l’edificio per ricostruirne uno più grande: nel 2019, la commissione locale del paesaggio aveva dato parere negativo, non tanto per la nuova progettazione proposta all’epoca, ma perché riteneva necessario salvaguardare Villa Rachele. «La proposta di demolizione e il conseguente progetto di nuova costruzione non possono essere accolti – si legge nei verbali del 2019 – Poiché le caratteristiche architettoniche e tipologiche dell’edificio esistente, nonché la sua collocazione nel tessuto cittadino, sono tali da non poter essere sostituite se non con grave pregiudizio per i valori paesistico-ambientali oggetto di tutela».

Il “no” era arrivato anche dalla Soprintendenza che, interpellata dal Comune, aveva confermato il parere negativo, inviando un preavviso di diniego della richiesta autorizzazione in quanto «il codice, nel sottoporre a tutela i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, intende preservarne i valori paesistico ambientali individuabili negli aspetti naturali e nella qualità architettonica dell’edificato esistente ad oggi ancora riscontrabili nel lotto di intervento, caratterizzato dalla presenza del fabbricato in oggetto che si ritiene meritevole di essere mantenuto, poiché presenta ancora i caratteri architettonici ed insediativi tradizionali nel contesto paesaggistico di appartenenza» e poiché il progetto avrebbe comportato «una trasformazione eccessiva dello stato dei luoghi con particolare riferimento alla completa demolizione dell’esistente e l’introduzione di una consistenza volumetrica di maggiore impatto, con porzioni di sedime impermeabilizzate superiori a quelle dell’impronta dell’edificio (piano interrato), che non lasciano spazio alle necessarie opere di mitigazione e compensazione».

Nel 2021 la società ci ha riprovato, inviando nuova proposta progettuale, non come istanza formale ma a livello di studio di fattibilità, a firma dell’ingegnere Andrea Barla. Anche in questo caso, l’intervento prevede la demolizione e ricostruzione del fabbricato con aumento volumetrico, ma, in aggiunta «suggerisce la riqualificazione/trasformazione funzionale di parte della Piazza Giuseppe Mazzini, come intervento a parziale scomputo degli oneri di urbanizzazione e la creazione di un percorso ciclo pedonale verde tra via Matteotti e la stessa piazza, come cessione di superficie privata a soddisfacimento degli standard urbanistici». Anche in questo caso la Commissione locale del paesaggio ha negato l’autorizzazione.

L’anno successivo è pervenuta a Palazzo Garnier una copia aggiornata e completa dello studio di fattibilità, contenente espressa richiesta di valutazione, da parte della Giunta comunale, in merito all’interesse pubblico della proposta, considerata l’estensione dell’intervento su area comunale. Così è stato fatto.