Violenza sulle donne, il capitano dei Carabinieri Corbo: «Ecco perché è importante denunciare»
Con l’intervento dell’ufficiale dell’Arma si conclude lo speciale di Riviera24.it dedicato alla violenza di genere
Sanremo. «È fondamentale denunciare perché la querela è il primo passo per mettere a conoscenza noi forze dell’ordine delle situazioni di violenza di genere, gravi e meno gravi, e per adire a tutta una serie di strumenti legali e tutele giuridiche che il legislatore ci mette a disposizione per far fronte a questo fenomeno sempre più endemico». A dirlo è il capitano Massimiliano Corbo, comandante della Compagnia Carabinieri di Sanremo, intervenuto nello studio di Riviera24.it.
Si chiude con l’Arma dei Carabinieri, il ciclo di interviste che il nostro giornale ha dedicato ad un argomento purtroppo sempre attuale: quello della violenza nei confronti delle donne.
«La caratteristica principale della violenza di genere, che si manifesta attraverso diverse fattispecie di reato, quali gli atti persecutori, i maltrattamenti in famiglia, fino a sfociare negli episodi più gravi di violenza sessuale, femminicidio, e revenge porn, è appunto il fatto che le condotte si estrinsecano spesso all’interno delle mura domestiche, talvolta davanti a minorenni, e le vittime delle violenze fisiche e psicologiche spesso non sono in grado di riconoscere i soprusi per via di un’assuefazione alla violenza – aggiunge l’ufficiale -. Per tali ragioni, anche da parte delle Forze di Polizia, non è sempre facile venire a conoscenza di questi episodi e di riconoscerli, in quanto manca in primis la collaborazione della vittima che è fondamentale nella maggior parte dei casi».
Con quali modalità viene ascoltata la donna vittima di violenza? «La vittima viene ascoltata ponendo la massima accortezza nell’approccio, agendo come un vero e proprio pronto soccorso “psicologico”, oltre che legale; in sostanza, viene aiutata a prendere consapevolezza di quanto le è appena accaduto, impedendo che si verifichi un’amplificazione o una riedizione della sofferenza già patita, ovvero la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”. L’Arma inoltre ha avviato con l’associazione a tutela delle donne vittima di violenza “Soroptimist International d’Italia”, un progetto denominato «Una stanza tutta per sé», che ha finora consentito di realizzare presso oltre 160 caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di minori e donne vittime di violenza, con il fine di mettere la vittima a proprio agio. Nell’ambito della nostra Provincia, nello specifico, la cosiddetta Stanza Rosa è situata all’interno del Comando Provinciale dei Carabinieri di Imperia ed è anche fornita di piccoli giochi, per intrattenere i figli minori delle vittime o i minori stessi, vittime di abusi».
Che cosa è cambiato, dal punto di vista del vostro intervento, con l’introduzione del cosiddetto “codice rosso”? «In realtà già la legge n. 119/2013 (cosiddetta “Legge sul femminicidio”) aveva riformulato il reato di stalking, inasprendone la pena e introducendo nuove forme di intervento anticipato di protezione delle vittime. La legge n. 69/2019, cosiddetto “Codice Rosso”, ha velocizzato l’adozione delle misure di tutela a favore delle vittime e introdotto nuovi reati nel codice penale, tra cui i più importanti sono la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (cd. revenge porn), o la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che consente l’arresto in flagranza, l’aggravamento di alcune sanzioni per altri reati e tutta una serie di modifiche procedurali volte al compimento senza ritardo degli atti di polizia giudiziaria, dall’iscrizione della notizia di reato e all’intervento del Pubblico Ministero».
Quali sono le iniziative dell’Arma dei Carabinieri per contrastare la violenza di genere? «L’Arma dei Carabinieri oltre a collaborare, quale rappresentante del Ministero della Difesa, all’Osservatorio Nazionale sulla violenza, ha creato la Sezione Atti persecutori, istituita presso il Ra.CIS. provvede a sviluppare studi e ricerche sul fenomeno e all’aggiornamento delle strategie di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Si è dotata della “Rete Nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di p.g. in servizio presso i Nuclei Investigativi dei Comandi Provinciali/Gruppo con il compito di sostenere i Reparti sul territorio nello sviluppo delle indagini. Nello specifico come Compagnia di Sanremo, siamo impegnati in questo periodo in campagne di sensibilizzazione degli studenti delle Scuole Superiori nell’ambito degli incontri sulla diffusione della cultura della legalità, oltre a prendere parte a convegni e campagne specifiche sul tema».
Vuole dare alle donne che ci stanno ascoltando alcuni consigli per tutelarsi? «Aprirsi e confidarsi con familiari e amici, è il primo step per riconoscere le violenze subite. Sicuramente è necessaria una buona dose di coraggio per denunciare questi fenomeni, anche se non ci vede coinvolti direttamente come protagonisti, ma non bisogna esitare a farlo. Per questo colgo l’occasione per rammentare alle donne, ma più in generale a tutte le vittime di violenza di genere, che non sono sole e che hanno tutta una struttura alle spalle, pronta ad aiutarle».