Per strada

Ventimiglia, Natale tra gli ultimi: associazioni donano pranzo solidale ai migranti “invisibili” fotogallery

Nel piazzale antistante il cimitero di Roverino: al pranzo anche italiani indigenti

Ventimiglia. Un pranzo di Santo Stefano tra gli ultimi e gli invisibili. E’ quello organizzato stamane dall’associazione Scuola di Pace di Ventimiglia con la collaborazione di numerose associazioni locali, che hanno cucinato e distribuito cous cous (cucinato dal centro Fratellanza Islamica della città di confine), torta verde, frutta e dolci, ai migranti costretti a vivere sotto i ponti di Ventimiglia.

«Cerchiamo di rendere la giornata un po’ più bella – ha detto Mauro Lazzareti, presidente Scuola di Pace – Abbiamo cercato di preparare qualcosa di un po’ più buono da mangiare, qualcosa di particolare per i migranti, perché in questi giorni di festa noi abbiamo mangiato lautamente mentre loro sono stati a dormire al freddo e all’addiaccio. Preparando qualcosa di buono, vogliamo rendere speciale questa giornata anche per loro».

All’iniziativa, lanciata dalla scuola di pace, hanno aderito molte associazioni: «Il nostro territorio è molto solidale – aggiunge Lazzareti -. Hanno aderito molte associazioni locali, dalla Cgil alla Cisl, dall’Anpi a Penelope. I migranti invece non saranno tanti, perché ieri sera abbiamo saputo che erano solamente cinquanta, molti ormai sono riusciti ad andare in Francia: va bene, significa che Ventimiglia non soffre più della congestione dei migranti. Piano piano ognuno trova il proprio spazio. Purtroppo però chi resta qui rimane all’addiaccio. Ogni volta che andiamo a dormire, le persone più sensibili pensano che nello stesso momento c’è chi va a dormire sotto i ponti».

Centoventi le porzioni preparate da Fratellanza Islamica. A distribuire i pasti, da mezzogiorno alle 14, sono stati i volontari di numerosi associazioni, che hanno allestito una sorta di “tavola” solidale nel piazzale antistante il cimitero di Roverino. Un parcheggio ancora senza nome, che le associazioni chiamano già “piazza Gino Strada”, perché punto di incontro con i migranti, che spesso si radunano lì proprio per ricevere aiuti. Ma i pasti, una cinquantina in tutto, non sono stati distribuiti solo agli stranieri: alla tavola solidale si sono recati anche italiani in stato di indigenza. Soli, senza altri aiuti, hanno trovato nelle associazioni non solo un punto di riferimento, ma una vera e propria famiglia.

Tra le associazioni che hanno portato il proprio contributo c’era anche quella che porta il nome di Martina Rossi, la giovane precipitata dal terrazzo di un hotel a Palma di Maiorca nel tentativo di fuggire a uno stupro. A nome dell’associazione c’era il papà di Martina, Bruno Rossi: «Sono ormai sei mesi che l’associazione lavora sui migranti e al di là di assumersi al responsabilità di gestire economicamente l’infopoint (che ha ricevuto uno sfratto, ndr), cerchiamo insieme and altri gruppi di sostituire la Caritas quando il sabato e la domenica è in festa. Abbiamo gestito fasi con 300 persone, ora cerchiamo di aiutare questa gente che, tra l’altro, quando arriva qui vuole solo partire, nei disagi più concreti e con la contraddizione grande che hanno chiuso i servizi del cimitero».

1A volte arrivano e chiedono bottiglia d’acqua che non hanno – ha aggiunto Rossi -. Ci troviamo in situazioni in cui aiutare la gente sembra quasi un reato. Questi ragazzi sono abbandonati e cercano disperatamente di passare, perché evidentemente hanno capito che nel nostro Paese non è semplice trovare da vivere». Bruno Rossi aveva lanciato l’iniziativa di usare dei container fermi per ospitare gli stranieri in città, e ha annunciato di voler tornare a chiedere alle istituzioni che questo venga fatto, per evitare che i migranti restino in mezzo alla strada.

Per l’Anpi era presente il presidente della sezione ventimigliese, Franco Molinari: «Questa amministrazione non ha neppure dato un posto per mangiare in queste vacanze di Natale. Noi abbiamo freddo in casa, figuriamoci queste persone qua a dormire sotto un ponte tra i topi. E’ una situazione davvero vergognosa, bisogna cercare di fare qualcosa ma non solo a parole, perché la situazione è ormai inaccettabile e noi come Anpi siamo presenti, perché stiamo sempre dalla parte degli ultimi e gli ultimi sono questi».

commenta