Rivieracqua, «affidamento in house a rischio senza partecipazione di tutti i Comuni»
Nel parere al bilancio 2022 del gestore unico, il comitato tecnico chiede l’ingresso nella compagine sociale dei Comuni senza quote: «Non corretta ripartizione delle perdite»
Sanremo. “La continuità dell’affidamento diretto per la gestione del servizio idrico integrato a Rivieracqua è a rischio, poiché nella compagine sociale dell’azienda pubblica sono rappresentati solo alcuni Comuni, anziché tutti quelli in cui viene fornito il servizio”. A denunciarlo è il comitato tecnico della società in house, nel verbale dello scorso 27 novembre con cui l’organismo di controllo, formato da sindaci dei piccoli municipi, ha reso parere favorevole all’approvazione del bilancio 2022 del consorzio dell’acqua pubblica.
A sottoscrivere la missiva, inviata formalmente sia a Rivieracqua, che al suo commissario (il sindaco di Imperia e presidente della Provincia Claudio Scajola) e ai Comuni dell’imperiese, sono il presidente del comitato tecnico, il primo cittadino di Terzorio Valerio Ferrari, e il suo collega a capo della giunta di Ospedaletti, Daniele Cimiotti.
I due sindaci scrivono nel parere al bilancio: “Il comitato tecnico rileva che, dall’esame della composizione della compagine sociale emerge che non tutti i comuni gestiti da Rivieracqua siano soci della società. Tale situazione contrasta con le disposizioni della normativa vigente in tema di affidamenti tramite in house providing e, in relazione all’attuale situazione contabile, cagiona un danno economico-finanziario ai comuni soci in quanto, ai sensi dell’articolo 21 del decreto legislativo 175 del 2016 (decreto Madia): Nel caso in cui società partecipate dalle pubbliche amministrazioni locali… presentino risultato di esercizio negativo, le pubbliche amministrazioni locali partecipanti, che adottano la contabilità finanziaria, accantonano nell’anno successivo in apposito fondo vincolato un importo pari al risultato negativo non immediatamente ripianato, in misura proporzionale alla quota di partecipazione”.
Oltre ai rischi di natura giuridica, il comitato tecnico specifica che la situazione attuale di forte indebitamento della società (è in corso una procedura di ristrutturazione, ndr), penalizza solo alcuni enti locali a discapito di altri: “Pertanto – continuano il presidente del comitato tecnico e il suo segretario -, tali accantonamenti perdite, ancorché derivanti dalla gestione dell’intero Ambito, si ripercuoteranno sui soli comuni soci e non su tutti i comuni gestiti, generando altresì una non corretta ripartizione proporzionale degli accantonamenti derivanti dalla perdita d’esercizio 2022. Si invitano, pertanto, in primis la società Rivieracqua e in comuni non soci ad adempiere a tale disposizione nel più breve tempo possibile, aggiornando la composizione del capitale sociale secondo quanto stabilito dall’articolo 7 dello Statuto. Ed in secundis, al commissario ad acta affinché ponga in essere tutte le azioni necessarie in caso di non ottemperanza da parte degli enti interessati”.
Nella compagine di Rivieracqua, che si appresta ad aprirsi a un socio privato individuato tramite gara europea, tra i grandi centri mancano all’appello: la città capoluogo, Imperia, quindi Ventimiglia e Bordighera, mentre Sanremo e Taggia partecipano per il tramite delle due rispettive municipalizzate, Amaie Spa (40,50%) e Secom Spa (15,81%). Il debito complessivo di Rivieracqua iscritto nel bilancio 2022 supera i 50 milioni di euro.